L’erba è un altro sport, il numero 300 può battere il numero 1 se l’attitudine al gioco d’attacco, su una superficie così strana nei rimbalzi e rapida nel terreno, è maggiore. In questo senso si pone il sorteggio del primo turno di Wimbledon che ha messo di fronte Re Djokovic e il diciannovenne inglese Draper, in tabellone grazie ad una wild-card. A vedere la classifica (1 contro 250) non si dovrebbe neppure scendere in campo tanta la differenza, eppure un primo turno così insidioso Djokovic non se lo aspettava  proprio. E’ insidioso perché Draper si è messo in luce dieci giorni fa al Queen’s quando ha raggiunto i quarti di finale per la prima volta in carriera battendo Sinner (23) e Bublik (39) da numero 309. Djokovic, dal canto suo, ha in tasca due quarti di Slam (Melbourne e Parigi) e la scelta di giocare soltanto il doppio a Mallorca in coppia con lo spagnolo Herrera fa capire come il miglioramento del gioco sotto rete sia una sua priorità, se vuole portare a casa il sesto Wimbledon in carriera (ha vinto nel 2011, 2014, 2015, 2018 e 2019). Anche il pareggio degli Slam, 20 insieme a Nadal e Federer, è uno stimolo, ma nulla rispetto al Grande Slam che manca da più di cinquanta anni nel maschile. Entrarebbe nell’Olimpo del tennis, se ancora non dovesse comparire. La premessa su Djokovic era doverosa, che seguiremo ovviamente, così come la sorte dei nostri azzurri, 13 in totale, 10 uomini e 3 donne, pronti a banchettare anche sull’erba londinese. E le premesse ci sono tutte. l sorteggio del tabellone principale uomini ha suddiviso equamente i tennisti italiani: nella parte alta, presidiata appunto dal n.1 Djokovic, ci sono Seppi, Travaglia, Cecchinato, Sinner e Fognini, mentre in basso (dove impera il n.2 del ranking, il russo Medvedev) sono posizionati Berrettini, Mager, Sonego, Musetti e Caruso. Partiamo dall’alto. Il 37enne altoatesino Seppi ad Eastboune come lucky loser ha perso la grande occasione di migliorare la sua classifica (è 95) approdando alla semifinale sciupando un set e un break di vantaggio nei quarti di finale. Il suo tennis, sempre adattissimo ai prati inglesi, comincia però a perdere potenza e angolazione, d’altronde è al sedicesimo Wimbledon (al massimo ha raggiunto il quarto turno nel 2013); il 32enne portoghese Joao Sousa, n. 109, sembra un avversario alla portata, e forse conterà la resistenza fisica sui tre set su cinque. il 29enne ascolano Travaglia, sceso al numero 86, affronta il 24enne spagnolo Martinez, 107, al suo primo Wimbledon in carriera; Travaglia sembra favorito ma, nelle sue precedenti partecipazioni, non ha mai superato il primo turno. Poi c’è Cecchinato-Broady, uno dei pochi casi in cui entrambi sono contenti di affrontarsi. Il “Ceck”, n.84, agonisticamente sparito dopo un buon Roland Garros, non si è proprio visto nei tornei di preparazione a Wimbledon e si è cancellato pure in diversi challenger sul rosso per cui arriva a Londra senza aver giocato un solo match sull’erba e con i precedenti di due eliminazioni rapide al primo turno (per questo è contento Broady). Dal canto suo il 27enne inglese Broady, 144, è in tabellone grazie ad una wild-card e a Wimbledon ha vinto una sola partita su cinque (ecco la felicità di Cecchinato). Il 20enne Sinner, invece, 19 del seeding e 23 del mondo, ha pescato l’ungherese Fucsovics, 49 (1-1 i precedenti); per l’altoatesino è la prima volta nel main draw, per l’ungherese invece è la quinta senza mai aver passato il turno. Sinner sembra favorito ma ogni tanto l’azzurro si perde e Fucsovics è un “vecchio” volpone del circuito. Il ligure Fognini, 31 del mondo e testa di serie numero 26, se la vedrà con l’iberico Ramos-Vinolas: entrambi non sono andati mai oltre il terzo turno, e in 11 partite sono stati 9 i successi dell’azzurro (ma gli ultimi due scontri diretti li ha vinti lo spagnolo). Apre la parte bassa del tabellone l’attuale punta di diamante del tennis italiano, ovvero il romano Berrettini, che si candida da protagonista a Wimbledon dopo la vittoria al Queen’s; il tennista romano ha pescato l’argentino Pella, per i suoi tiri mancini il più adatto sudamericano all’erba come dimostra il quarto di finale raggiunto nel 2019. Ma Berrettini è in grande fiducia e, con lo schema servizio e diritto, può essere ingiocabile su quei campi. L’altro ligure Mager, n.78, ha un match abbordabile contro il palleggiatore argentino Londero, sceso al numero 128. Mager non ha mai giocato a Wimbledon, Londero una volta sola uscendo subito. Il piemontese Sonego, protagonista ad Eastbourne, 27 del mondo e testa di serie numero 23 del torneo, ha una ghiotta occasione di passare il turno contro il portoghese Pedro Sousa, 121 del ranking. C’è molta curiosità anche per il 19enne toscano Musetti, 58, che ha dovuto saltare i tornei di preparazione a Wimbledon per prendere parte alla maturità. Il suo avversario, il polacco Hurkacz, è 17 del ranking e 14 del seeding, ma è lontano parente di quell’Hurkack che batté Sinner nella finale di Miami tanto che Musetti lo ha eliminato al Foro Italico. Ma a Roma si parla di terra rossa, a Londra di erba. Anche il siciliano Caruso, n.97, incrocerà le racchette contro un avversario ostico, il croato Cilic, 38 del mondo e 32 del seeding, che vanta la finale del 2017 e tre quarti di finale consecutivi (Caruso è alla sua seconda volta e cerca la prima vittoria). Sono 3 invece le ragazze azzurre ai nastri di partenza del tabellone principale di Wimbledon. Il risveglio della 29enne marchigiana Giorgi (75) ad Eastbuorne, dove ha battuto due top-ten (Sebalenka e Pliskova) partendo dalle qualificazioni, fa ben sperare contro la svizzera Teichmann (53), già battuta negli ottavi di Linz (veloce indoor) nel 2018, torneo che portò a casa. Nello stesso anno la Giorgi raggiunse i quarti a Wimbledon e il suo gioco di anticipo è assai indicato per i prati verdi. Infine, le toscane Paolini (89) e Trevisan (98) hanno la possibilità di accedere al secondo turno, dovendosela vedere contro due forse ex giocatrici, rispettivamente la tedesca Petkovic (130) e la russa Vesnina (360), in tabellone col ranking protetto dopo la maternità che l’ha tenuta lontana tre anni dai campi di gioco (la russa è stata semifinalista nel 2016).

Andrea Curti