I frutti maturati del tennis italiano non si vedono soltanto nei tornei “normali” ma anche e soprattutto in quelli del Grande Slam, dei tre set su cinque, dove punti e soldi valgono il doppio se non il triplo. A Wimbledon Berrettini e Sonego hanno fatto la storia delle italiche racchette approdando insieme agli ottavi di finale per la prima volta nell’Era Open. E’ un traguardo storico ma aspettato, vista la crescita generale del movimento che annovera dieci giocatori nei primi 100 del mondo e soprattutto quattro nei primi 30. Berrettini, dopo aver vinto il Queen’s, tradizionale torneo di preparazione all’All England Club di Londra, ha perso solo un set in tre incontri, contro l’argentino Pella al primo turno (quest’ultimo vanta il quarto di fonale nel 2019) e solo due set nelle ultime otto partite sull’erba. Segno che le caratteristiche tecniche del tennista romano, si sposano perfettamente con la superficie verde, dove la pallina rimbalza poco e anche male a volte; anche oggi contro lo sloveno Bedene, 64, che è un bel giocatore tecnico a vedersi, molto pulito nei gesti e nelle movenze, Berrettini ha sciorinato il suo tennis potente nel servizio (altri 20 aces in carniere) e nei vincenti, non perdendo mai la battuta per tutti i 107 minuti di gioco, non dando mai la possibilità al suo avversario di rientrare in partita. Insomma di Berrettini impressiona la sua solidità a certi livelli, livelli da top-ten (è 9) con ambizione di numero 8 del mondo, occupato da Federer. Intanto i quarti non sembrano una utopia: Berrettini troverà dall’altra parte della rete il 27enne bielorusso Ivashka, n.79, dall’azzurro battuto nel 2017 nel challenger sloveno di Portorose in due set. Anche il bielorusso ha dimostrato attitudine all’erba passando le qualificazioni sia ad Halle che ad Eastboune dove ha raggiunto il terzo turno; non sarà una partita facile ma Berrettini parte stra-favorito, e sarebbe bello averlo in semifinale magari contro Zverev per riprendersi la rivincita della finale di Madrid. Chi invece ha preso tanta coscienza nelle proprie possibilità è il torinese Sonego che sta vivendo un post-covid (o presunto tale) favoloso: che sia terra (semifinale a Roma e vittoria a Cagliari) o erba (finale ad Eastbourne e appunto ottavi a Wimbledon), Sonego gioca con la stessa veemenza agonistica ed una maturità tennista di gestione della gara che lo hanno portato stabilmente nei primi 30 del mondo, ora più vicino ai 20. Contro l’australiano Duchworth, 91, il tennista piemontese ha seguito le orme di Berrettini non cedendo mai il suo servizio, realizzando 14 aces e giocando con grande attenzione i punti importanti. Ci sarà forse Federer negli ottavi, uno che a 40 anni forse gioca l’ultimo Wimbledon in carriera dopo averne vinti otto; sarebbe un bel banco di prova per il “Polpo” e le sue ambizioni da ATP Finals nella sua Torino.

Andrea Curti