Lo sport italiano traghetta i propri sogni di gloria e le proprie speranze dall’Europeo di calcio vinto, ai Giochi
Olimpici di Tokyo, l’edizione più strana e innaturale da quella non disputata del 1944. Un primo accenno di
coronavirus nella supposta bolla giapponese è l’inizio difficile di una manifestazione in cui si rinuncia al
pubblico, ai volontari, persino a buona parte della stampa, rinunciataria viste le difficili condizioni
ambientali per seguire l’evento. La virtualità dominerà l’evento che sarà soprattutto mediatico con una
copertura Rai che sarò soverchiata dal servizio a pagamento Discovery alla faccia di quel dettato universale
per cui i maggiori spettacoli sportivi dovrebbero essere per ovvia definizione mostrati in chiaro. Il
medagliere è l’espressione ufficiosa dei valori in campo con il logico dominio degli Stati Uniti, con l’assenza
forzata a titolo istituzionale della Russia per il ben noto scandalo del laboratorio anti-doping di Mosca e con
un’Italia ansiosa di collocarsi a ridosso del G 10, ovvero nell’eccellenza delle 10 nazioni più medagliste al
mondo. I pronostici, a seconda della latitudine in cui vengono formulati, si restringono in una forbice tra le
28 e le 35 medaglie e sarebbe comunque un risultato egregio, pur considerando l’aumentato numero di
podi a disposizione rispetto ai Giochi di Tokyo 1960 in cui gli azzurri furono bravi a sfruttare il cosiddetto
fattore-campo. Nella disciplina regina- l’atletica leggera- l’Italia sarà probabilmente orfana di affermazioni
se si eccettua una chance nella sempre dimenticata marcia. Le nostre punte sono il discontinuo Tamberi e
l’emergente Jacobs la cui massima ambizione è l’ingresso in finale. Stagione da dimenticare in vece per
Tortu che rischia di essere eliminato al primo turno. Piuttosto è confortante la gamma di discipline in cui
l’Italia può recitare un ruolo importante: scherma, tiro a volo, karate, canottaggio, canoa, lotta,
judo,ciclismo. Con la tara del pugilato dove abbiamo solo rappresentanti femminili, a giudicare il cattivo
andamento della federazione nel quadriennio e l’ammainabandiera per il sempiterno Russo. Infine una
notazione,l’Olimpiade dura la metà del campionato europei di calcio. E non è un caso.
DANIELE POTO