Nonostante l’apparente splendore il calcio italiano, sommerso dai debiti, è in una
fase recessiva senza precedenti. Per chi sa leggere i segnali sono evidenti: nessuna
squadra italiana riesce ad arrivare alle fasi finali della Champions League; i campioni
più celebrati non giocano nel campionato italiano che, al contrario, registra i fasti di
assi quasi quarantenni di miglior passato come Ibrahimovic e Ribery e, in questo
senso, la defezione di Cristiano Ronaldo è un preciso segnale. In controtendenza i
risultati della nazionale che però sul piano strutturale non posso risolvere una crisi
profonda. Economica anzitutto. Il divieto di sponsorizzazione di multinazionali o
broker dell’azzardo ha bloccato una fonte di introiti importanti per i club. Ora il
tentativo di parziale sostituzione è con i marchi di marchi di bitcoin. L’una e l’altra
fonte hanno in comune una deriva borderline che con il calcio centra ben poco e
che, anche dal punto di vista giuridico, presta il fianco a molti possibili rilievi. Ma il
calcio è abituato a trovare delle pezzo d’appoggio che poi hanno bisogno di una
certificazione istituzionale, in una sorta di western dove ha ragione chi spara per
primo. Bitcoin e calcio? Ricorda le equivoche contraddizioni di sistema: i guadagni
smodati dei procuratori, una perdita di valore senza senso. Sembra quasi che molti
trasferimenti siano provocati ad arte solo per alimentare le provvigioni dei
mediatori. Come spiegare a esempio il passaggio di Donnarumma al celebrato club
francese per ricoprire il ruolo di riserva? E parliamo ancora del miglior portiere del
mondo? Diremo senz’altro non il più avveduto. Il trasferimento è opera di Rajola o
volontà dello stesso portiere? Probabilmente non lo sapremo mai. Intanto il calcio
italiano ammaina un’altra bandiera che aveva sparso attorno a se molta retorica.
Non c’è più il Chievo e con esso tramonta anche il sogno (il miraggio?) di un sano
calcio di provincia. Corretto precisare che il Chievo è stato abrogato per precise
irregolarità amministrative.

DANIELE POTO