ROMA- Augusto Daolio ci ha lasciato troppo presto e troppo presto ha lasciato i Nomadi. Augusto, a suo modo un grande frontman, ha lasciato un segno indelebile nel variegato mondo musicale. Un mondo quello dei Nomadi percorso in lungo ed in largo con Daolio e Beppe Carletti a fare da apripista sempre e comunque quando c’era e c’è da fare beneficenza. I Nomadi di Augusto hanno tracciato un solco determinante dal punto di vista musicale in quegli anni di impegno anche politico. Inimitabile il barbuto Daolio con quella voce inconfondibile sempre pronto a cantare temi forti, racconti in musica duri senza mai cedere alle pressioni esterne, brani importanti come Auschwitz, Dio è Morto, Un pugno di sabbia, Io voglio vivere, Io vagabondo ecceccecc. Augusto ha lasciato un’impronta straordinaria nonostante la vita non gli abbia concesso molti anni. Augusto Daolio è morto di tumore a quarantacinque anni. Gli ultimi tempi furono devastanti per lui e per chi gli viveva accanto. Gli unici momenti in cui non sentiva dolore era sul palco, per questo non voleva mai smettere di cantare. E’ anche per questo che i Nomadi continuano a raccontare storie meravigliose nel ricordo di un grande interprete amato dal popolo perchè era uno del popolo.

MAURO CEDRONE