CHARLES MINGUS NON E’ STATO SOLO UN VIRTUOSO CONTRABBASSISTA MA ANCHE UN VALENTE COMPOSITORE, ARRANGIATORE ED UN BAND-LEADER CON UNA SPICCATA VISIONE FUTURISTICA, UN VERO E PROPRIO INNOVATORE. MINGUS ASSORBIVA TOTALMENTE GLI ELEMENTI DI TUTTA LA MUSICA CHE ASCOLTAVA. IL SUO IDOLO ERA DUKE ELLINGTON. LE OPERE DI MINGUS, LUNGHE ED ESTESE POSSEDEVANO UN’INDELEBILE E PERSONALISSUIMO MARCHIO DI FABBRICA. PERSONAGGIO PIUTTOSTO UMORALE SCADEVA SPESSO IN VIOLENZA FISICA SOPRATTUTTO QUANDO RITENEVA DI AVER SUBITO UN TORTO. MINGUS CREBBE NELLA FAMOSA ZONA DELLA CENTRAL AVENUE SI LOS ANGELES DOVE NACQUERO MUSICALMENTE IMPORTANTI MUSICISTI AFROAMERICANI DEGLI ANNI ’40. MINGUS AVEVA TALENTO E LA MUSICA NEL SANGUE E NON PERDEVA OCCASIONE DI SUONARE IN QUALUNQUE MOMENTO E CON CHIUNQUE AMASSE IL JAZZ E NON SOLO. ANCORA PIUTTOSTO GIOVANE MINGUS EBBE L’OPPORTUNITA’ DI PRENDER PARTE AD UNA JAM SESSION CON IL LEGGENDARIO PIANISTA ART TATUM. NEL 1942 EBBE ANCHE LA POSSIBILITA’ DI LAVORARE CON UN ALTRO MITO DI NOME LUIS ARMSTERONG ANCHE SE IL SUO PUNTO DI RIFERIMENTO RIMAASE SEMPRE DUKE ELLINGTON. DOPO ANNI DI SUCCESSI E STRAORDINARIE SESSION CON GRANDI JAZZISTI COME GERRY MULLIGAN , JACK WALRATH, RICKY FORD, RICHMOND ED HAMPTON, MINGUS DOVETTE PIEGARSI FISICAMENTE E MENTALMENTE DAVANTI AL MORBO DI LOU GEHRIG CHE LO COSTRINSE ALLA PARALISI GRADUALE ED INCURABILE DEI NERVI DEL CORPO FINO A PORTARLO ALL’INEVITABILE MORTE. INDIMENTICABILE UNA DELLE SUE ULTIME APPARIZIONI AL WHITE HOUSE JAZZ FESTIVAL DEL 1978 CHE SI TENNE SUL PRATO DELLA CASA BIANCA CON IL PIANTO A DIROTTO DEL GRANDE JAZZISTA E L’ABBRACCIO TRA LA COMMOZIONE GENERALE DA PARTE DEL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI JIMMY CARTER. DUE ANNI DOPO, LA MORTE DI CHARLES MINGUS TOCCO’ PROFONDAMENTE IL JAZZ MONDIALE CHE RICORDERA’ PER SEMPRE QUELLE SUE FRASI COME “HO SEMPRE VOLUTO ESSERE UN COMPOSITORE SPONTANEO”. QUESTO IN FONDO E’ STATO IL GRANDE CHARLES MINGUS.
MAURO CEDRONE
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