Le buone notizie che arrivano dagli Australian Open non mancano di certo, purtroppo però riguardano solo il settore maschile perché le ragazze sono già fuori da torneo. Così, nella seconda settimana del primo Slam di stagione, nel tabellone di singolare troviamo in corsa sia il romano Berrettini che l’altoatesino Sinner che sinora hanno incontrato avversari diversi e variegati, per forza e caratteristiche tecniche. Berrettini ha affrontato tre avversari tosti, due giovanotti americani dalle buone speranze (Nakashima e Kozlov) e l’ennesimo clone di Nadal, lo spagnolo Alcaraz, che per quanto bravo e solido, ha mostrato e mostra sempre e soltanto l’aspetto muscolare del tennis, da palestrato qual è come si evinto dalla inguardabile canotta indossata in campo. Berrettini ha faticato, ed era prevedibile, per le energie che toglie uno come Alcaraz, non solo fisiche anche mentali, sia per i “vamos” a disturbare ogni fine punto, sia per le paure di altri infortuni che attanaglia il tennista romano, alto e grosso, un omone, con caviglie fragili e un tennis atleticamente dispendioso. Domani contro l’altro iberico Carreno Busta, sicuramente più esperto e più completo del suo giovane connazionale Alcaraz, sarà un match diverso e forse anche più difficile per Berrettini, per la capacità dell’avversario numero 21 al mondo (contro il 7 del romano) di capire i punti deboli dell’avversario; la chiave di volta sarà sempre la stessa, servizio e diritto. Carreno Busta risponde molto bene ma Berrettini, che ha una pesantezza e velocità di palla superiore, è nella parte alta del tabellone, dove l’assenza di Djokovic fa intravedere spiragli di presunta gloria. Sinner, dal canto suo, ha avuto avversari più abbordabili ma, a parte i primi turni contro il lucky loser portoghese Sousa e il bollito americano Johnson, il giapponese Daniel, proveniente dalle qualificazioni, pur essendo 120, lo ha messo in difficoltà per le caratteristiche di resistenza dell’asiatico, che resta attaccato al match anche quando sembra una partita per lui persa. E’ successo un po’ questo oggi, con Sinner partito fortissimo e poi diventato falloso e nervoso, prima di riprendere la sua proverbiale calma e portare in porto la vittoria. Vittoria che gli vale gli ottavi di finale; certo è che contro l’idolo di casa, l’australiano De Minaur, uno rapido negli spostamenti e molto bravo nel gioco di volo, Sinner dovrà fare di più, ovvero sbagliare di meno e tenere lontano dalla rete il giocatore aussie. Con cui ha due precedenti favorevoli su due, entrambi sul cemento indoor (finale Next Gen e quarti di finale di Sofia). L’errore che l’azzurro può fare ora è pensare più a cose extratennistiche (vedi autocandidatura di John McEnroe a suo super consulente) che non al campo; in condizioni normale Sinner partirebbe favorito contro De Minaur, vedremo come reagirà all’accerchiamento mediatico a cui è sottoposto dopo le dichiarazioni del Genio. E poi il doppio azzurro; dopo le debacle in Coppa Davis e ATP Cup finalmente pare che la reunion tra Bolelli e Fognini, vincenti agli Australian Open nel 2015, si fa concreta. Subito finale a Sydney e ora ottavi agli Australian Open, dove hanno battuto la coppia numero 9 del seeding Dodig-Melo e affronteranno i numeri 8 Murray-Soares. Una buona notizia per capitan Volandri che sul doppio azzurro da schierare quando gioca l’Italia, ha sempre le idee nebulose.
Andrea Curti
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