I Supereroi si vedono quando il gioco diventa duro e Thor Berrettini, brandendo la racchetta come il suo proverbiale martello, ha finito per schiantare la resistenza di un tenace avversario come lo spagnolo Carreno Busta. Tre set secchi per due ore e 24 minuti di gioco in cui l’azzurro ha mostrato una potenza inaudita: 28 aces complessivi, smash imprendibili da fondo campo, diritti folgoranti. Lo spagnolo ha fatto la sua partita, giocando prevalentemente sul punto debole del tennista romano (il rovescio) ma ha alzato bandiera bianca di fronte alla straripante fisicità di un Berrettini carico “a pallettoni”. Il match comunque ha avuto un suo equilibrio. Nella prima frazione, l’azzurro era sotto senza break 4-5 ma all’undicesimo game, complici anche due nastri favorevoli (la fortuna aiuta anche gli audaci), ha strappato a zero la battuta all’iberico per chiudere 7/5 alla seconda opportunità col solito schema servizio-diritto, il suo marchio di fabbrica. Potrebbe Berrettini andare avanti di un break subito nella seconda frazione ma il tennista romano sciupa tutte e tre le possibilità, non ne capitalizza una quarta nel nono game ma nel tie-break è implacabile, con la sua prima di servizio che supera i 220 chilometri orari. Il terzo set ha lo stesso andamento dei precedenti: Berrettini alla battuta concede solo tre punti in cinque turni di servizio, al contrario Carreno deve salvare l’ennesima palla-break per l’azzurro nel sesto game. Nel decimo gioco però l’iberico, pur in vantaggio 40-0 sul proprio servizio, commette una serie di errori gratuiti alzando di fatto bandiera bianca. E’ la resa tanto aspettata, Berrettini è nei quarti di finale agli Australian Open, diventando il primo italiano di sempre ad averli centrati nei tornei dello Slam. Diventerà domani l’azzurro anche numero 6 del mondo, vista l’inaspettata sconfitta del russo Rublev, ad un passo dal record di Panatta (4). L’appetito però vien mangiando. In attesa di Sinner, che nella nottata italiana tenterà di raggiungere il connazionale nei quarti incrociando le racchette con l’idolo di casa De Minaur, Berrettini se la vedrà contro il francese Monfils, 17ma testa di serie, giunto nei quarti senza neppure perdere un set: ovvio che è un match difficile, sono tutti match difficili ad un certo punto del torneo, sebbene gli scontri diretti dicano 2-0 per l’azzurro. Però la sconfitta del tedesco Zverev, caduto a sorpresa contro il redivivo canadese Shapovalov e dato per favorito alla finale contro Medvedev, apre orizzonti inaspettati nella parte alta del tabellone. Dove c’è anche Nadal che non è lo stesso di qualche anno fa. Nel frattempo i dimenticati da Volandri, ovvero Fognini e Bolelli, che ricordiamolo vinsero gli Australian Open nel 2015, continuano a mietere vittime nel doppio: contro pronostico gli azzurri si sono qualificati per i quarti di finale eliminando anche la coppia 8 del seeding formata dai più doppisti Murray e Soares, cui hanno annullato un match point nell’undicesimo punto del tie-break del secondo set. Chissà, forse ora capitan Volandri ha capito che doppio schierare in Coppa Davis…

Andrea Curti