Doveva e poteva essere il giorno del russo Medvedev, che vincendo si sarebbe accomodato sul trono del mondo scalzando il dominio del “prigioniero politico” Djokovic e, in un certo senso, mandando in soffitta la polverosa generazione dei fab four. E invece alla fine ne spunta sempre uno, di “vecchietto”, a rompere le uova nel paniere, a infrangere i sogni di una generazione (inclusi Zverev, Tsitsipas, il fu Thiem, ecc.) sempre più frustrata. Questa volta a far la parte del Mostro Sacro ci si è messo addirittura Nadal, che a giugno compirà 36 anni, con tutti gli acciacchi del caso e dell’età che lo hanno fatto giocare pochissimo negli ultimi due anni. Addirittura lo spagnolo, a fine 2021, ha pensato al ritiro dalle competizioni ma poi ha ritrovato forza e stimoli per rimettersi in gioco. E lo ha fatto alla grande. Prima l’antipastino del 250 di Melbourne, vinto sì a fatica ma sempre con lucidità tennistica, e poi l’Australian Open, il suo 21° Slam in carriera che lo manda in testa alla classifica di tutti i tempi, staccando Djokovic e Federer fermi a quota 20. La finale contro il russo Medvedev, 2 del mondo e giustiziere di Djokovic agli Us Open 2021 (che avrebbe dato il Grande Slam al serbo) è l’emblema del Campione (Nadal) contro il comprimario (Medvedev) che tenta di banchettare al tavolo dei grandi ma viene calciato via, a mangiar il pappone con la servitù. Eppure il russo era partito in tromba, spolpando il servizio di Nadal in due occasione (entrambi i break a zero!) e portando a casa la prima frazione con facilità irrisoria per 6/2. Addirittura il moscovita, nel secondo set, ha recuperato da 1-4, ha annullato un set point allo spagnolo nel decimo gioco, ha di nuovo rincorso Nadal nel tie-break (era 5-3 sotto) prima di invertire la rotta e infilare i quattro punti consecutivi che gli hanno dato il secondo set con uno spettacolare passante lungolinea in corsa di rovescio. Doppio vantaggio nei set, dieci anni in meno del suo avversario e il morale alle stelle per vedere la meta del numero 1 del mondo vicina. Eppure, quando il russo sembrava avere la partita in mano, è venuta fuori la personalità del Campione, che non è lui ma Nadal. Lo spagnolo con Santa Pazienza si è messo lì, ha annullato 3 palle del 4-2 al russo (una anche con una palla corta!) e al nono gioco gli ha inflitto un break sanguinoso, che lo ha portato a servire per il set. Che ha chiuso a zero grazie ad un vincente lungolinea di diritto, riaprendo di fatto la contesa. Non ha smesso di lottare Nadal, di gridare ad ogni punto, anzi: nella quarta frazione ha salvato una palla del 2-0 al suo avversario cui ha strappato il servizio altre due volte, e nell’ottavo game ha annullato al russo la doppia chance del riaggancio. Così, come nel terzo parziale, ancora una volta lo spagnolo è andato a servire per il set che ha portato a casa a zero col servizio slice esterno cui Medvedev si trova puntualmente in ritardo. Si va al quinto insomma e in campo si annusa la differenza enorme di personalità tra i due. Anche il pubblico si schiera dalla parte di Nadal che corre come un ragazzino di venti anni mentre il suo avversario fa fatica negli spostamenti e inizia a trovarsi in mezzo al campo, in quella terra di nessuno dove si perde la trebisonda e non si leggono i colpi dell’avversario. Così Medvedev, abbandonato dal servizio, cede di nuovo la battuta nel quinto gioco, Nadal annulla altre tre palle break al russo per rientrare in partita e va a servire per il match. Qui però lo spagnolo ha l’unico piccolo passaggio a vuoto, anche per il canto del cigno di Medvedev che controbreakka subito alla prima opportunità. Ma sembra il russo lui il 35enne, non Nadal, tanto arriva in ritardo sulla pallina quanto gli errori gratuiti e grossolani che commette il tennista di Mosca. Nadal ne approfitta subito e con la grinta necessaria strappa con i denti il servizio del russo alla terza possibilità. E, dopo cinque ore e mezza, la voleé di rovescio dell’iberico (serve and volley) pone la parola fine ad un match incredibile, dal finale inaspettato visto l’andamento. Medvedev lentamente si è disunito, al contrario Nadal si è galvanizzato e ha creduto nella vittoria di più del suo avversario. Il primo Slam dell’anno dunque va al maiorchino. Se dovesse vincere anche il Roland Garros Nadal starà a metà dell’opera in termini di Grande Slam. Djokovic ha ritrovato un altro avversario.
Andrea Curti
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