Uno stadio per la Roma e uno per la Lazio? Mentre a Milano si pensa in grande e si
considera ormai obsoleto il Meazza-San Siro che peraltro rimane l’impianto di
migliore visibilità in Italia per il football, la capitale cerca di ottimizzare la scarsa
disponibilità di strutture esistenti. Un recente sondaggio ha dimostrato una volta di
più lo sperequato rapporto dei tifosi su piazza. A tre tifosi giallorossi ne corrisponde
uno biancoceleste e non c’è un solo quartiere dove i supporter della Lazio godano di
una maggioranza relativa. Questa proporzione si riflette sugli ingressi agli stadi,.
Dunque a rigore di logica un Olimpico da 65.000 posti per i romanisti, un Flaminio da
30.000 anime per la Lazio. Con l’ovvia disponibilità di uffici e personalizzazione della
proposta-stadio a disposizione dei due management. L’unico non trascurabile
problema è che l’Olimpico è pronto e funzionale a differenza del Flaminio non più
operativo da quando con decisione contestabile la Federazione rugby ha deciso di
traslocare all’Olimpico per offrire una capienza maggiore in prospettiva sei Nazioni.
La recente mappatura operata dal Comune ha sancito la radiografia su una
situazione disastrosa. Su 119 strutture censite solo 45 sono a norma. E nella lista
nera c’è ovviamente il Flaminio con il vicino Palazzetto dello Sport. Ora ci sono le
disponibilità del PNRR e la prospettiva del riadattamento del Flaminio certo sorride di
più a Lotito dell’alternativa di un nuovo stadio (dove, quando, per chi?). La
municipalità si sta muovendo ed è stato promosso un incontro specifico con
l’Istituto per il credito Sportivo e la Cassa Depositi e Prestiti. Il Flaminio potrebbe
tornare a essere l’impianto ad hoc per Lazio anche perché ubicato nel cuore di Roma
nord, comodo da raggiungere e con una disponibilità di parcheggi non inferiore a
quella dell’Olimpico. Si tratta di far quagliare il progetto facendo seguire i fatti ai
fiumi di parole odierni.

DANIELE POTO