Due set diversi nello svolgimento ma uguali nella sostanza: a vincere gli Internazionali d’Italia n.79 è il numero 1 del mondo il serbo Djokovic il più anziano della storia al Foro Italico (35 anni la settimana prossima) che, in una ora e trentotto minuti di gioco, si è sbarazzato delle velleità di vittoria del greco Tsitsiaps, 5 del mondo e reduce dal successo sul rosso di Montecarlo. Incredibile la tattica suicida del tennista greco: piuttosto che sfruttare le sue doti di attaccante e di grande giocatore di volo, Tsitsipas ha preferito giocare da fondo campo contro uno come Djokovic che, se in giornata, massacra chiunque. E in effetti la fine che ha fatto il greco è stata facilmente prevedibile: ha fatto il tergicristallo da fondo per quasi tutto il match prendendo poche volte la rete. La prima frazione è quasi a senso unico. Il serbo parte sparato con un parziale di 8 punti ad 1, poi Tsitsipas si fa breakkare di nuovo nonostante il vantaggio di 40-15, e Djokovic rifila un mega cappottone al greco non degno di una finale, anche da orticaria col caldo che fa al Foro Italico. Ma Tsitsipas non si demoralizza e, complice un Djokovic meno preciso della prima frazione, si issa 4-1 nel secondo set sprecando anche la palla del 5-1 che forse vorrebbe dire terzo set. E, come succede spesso, quando si spreca un’occasione ecco girare il match: Djokovic lentamente si aggrappa al greco e continua a tessere la sua tela di fitti palleggi, nella quale il suo avversario cade con errori banali. Controbreak nel nono gioco e 5 pari con un parziale di 8 punti a 2 per il serbo. I due mantengono il servizio e si va al tie-break dove Djokovic, grazie ad un mini-break, scappa 5-2  prima del recupero dell’ellenico sul 5 pari. Djokovic tiene la battuta del 6-5 e, sul servizio Tsitsipas, vince il dodicesimo gioco complice due stecche clamorose del greco, il primo sulla seconda di servizio (che entra) e la seconda sul rovescio che muore in corridoio. Così Djokovic vince per la sesta volta al Foro Italico (su dodici finali) e si aggiudica il primo torneo dell’anno, un 2022 iniziato tra le polemiche in Australia per la nota vicenda del vaccino anti-covid non fatto e proseguito sino alla primavera quando il numero 1 ha ripreso le competizioni perdendo soprattutto per la mancanza di allenamento e di tenuta fisica più che mentale (contro Rublev a Belgrado e Fokina a Montecarlo). Ma il Roland Garros è dietro l’angolo, e se questo è Djokovic e gli altri la concorrenza, il serbo resta il favorito d’obbligo, anche sui tre set su cinque dello Slam parigino.

Andrea Curti