Tutti (o quasi) ammucchiati nella parte alta del tabellone: il sorteggio del Roland Garros maschile ha sancito un enorme squilibrio tra le due sezioni dello Slam parigino. In effetti, dal lato del numero 1 Djokovic ci sono pure Nadal e Zverev (ne resterà uno solo per la finale), con una serie di specialisti sulla terra (Schwartzman e Fokina su tutti) e di giocatori completi e buoni per tutte le superfici (Fritz, Auger-Aliassime, Dimitrov) da tenere sottocchio. In basso invece regna l’anarchia. Medvedev al suo rientro le ha prese da Gasquet a Ginevra e sembra a corto di condizione fisica, così come Rublev pare tirare un po’ il fiato. Al contrario si è preso il giusto riposo il guerriero Alcaraz, battezzato da Djokovic come il migliore tennista al momento, mentre gli straordinari non sembrano spaventare Tsitsipas il quale, pur non avendo un gioco propriamente da terra rossa, ha vinto Montecarlo, finale a Roma  e semifinale a Madrid. Ma, vedovi di Berrettini, c’è anche Sinner lì, il Sinner dei cambiamenti, tecnici e tattici, il Sinner versione Vagnozzi che cerca di variare il gioco (laddove non si può? Vedremo). L’altoatesino, 12 del mondo, attende un qualificato, è nell’ottavo di Rublev se entrambi vinceranno tre partite di fila, però il vero obiettivo resta almeno la semifinale, la stessa che quattro anni fa inebriò il palermitano Cecchinato, presente in tabellone ma sceso inesorabilmente al numero 134 della classifica (ha vinto un solo match di primo turno quest’anno). Per il Ceck c’è il veterano spagnolo Andujar, 36 anni e numero 83:pare un match alla portata dell’azzurro che, tuttavia, non riesce a ritrovare il suo tennis brillante ed equilibrato al contempo. Andare avanti in questo torneo che è il suo torneo significherebbe riprendere quella fiducia affossata dalla miriade di sconfitte inanellate sinora. Passando in rassegna gli altri azzurri, “malasuerte” per Musetti (57) che ha pescato il greco Tsitsipas (4), però quest’ultimo ci ha insegnato quanta fatica fa per passare i primi turni  per cui il toscano potrebbe impensierirlo alla lunga. Chances di successo ben più numerose per il torinese Sonego, 32a ed ultima testa di serie del Roland Garros e 35 del mondo, che affronterà il modesto tedesco Gojowczyk, 97 del mondo, e anche per il quasi 35enne ligure Fognini, 52, contro l’attaccante australiano Popyrin, 103 da tenere a fondo campo per evitare di fargli prendere la rete. Dulcis in fundo ecco il qualificato laziale Zeppieri, 20enne mancino di Latina di belle speranze, che sulla scia dei risultati ottimi a Roma è entrato con merito nel tabellone principale di uno Slam per la prima volta in carriera. A Parigi, nel torneo femminile, abbiamo anche quattro giocatrici italiane. La marchigiana Giorgi, 29 del seeding, ha pescato ila cinese Zhang, 41, decisamente un brutto cliente. Peggio è andata alla riminese Bronzetti, 83, reduce dalla prima semifinale in carriera (a Rabat, Marocco), la quale incrocerà le racchette della numero 13 del mondo, la lettore Ostapenko che a Parigi trionfò nel 2017. Ci sono poi le toscane: dalla Garfagnana ecco la Paolini, n.57 WTA, che è stata sorteggiata contro la rumena Begu, 62, da cui ha perso le ultime due partite; poi la fiorentina Trevisan, 82, reduce dalla finale di Rabat (la prima personale in assoluto, la 26a italiana di sempre a raggiungere l’ultimo atto di un torneo del circuito femminile), che giocherà contro la britannica Dart, 111, esordiente a Parigi. Come per Cecchinato, il Roland Garros per la Trevisan rappresenta la svolta della carriera tennistica, essendosi issata nel 2020 sino ai quarti di finale partendo dalle qualificazioni, nell’anno della vittoria dell’allora sconosciuta (oggi number one) polacca Swiatek.

Andrea Curti