Se qualcuno pensava che il nuoto italiano risentisse dell’addio della Pellegrini è
pregato prontamente di ricredersi visti gli splendidi risultati della squadra azzurra
nei mondiali che stanno segnando una macroscopica affermazione di gruppo. La
Divina (così era soprannominata Federica) era sicuramente il personaggio più
attrattivo per i mass media ma, anche considerando l’età, più una risorsa
carismatica che un sicuro podio. Alle sue spalle e senza la sua presenza (a volte
ingombrante) si sta consolidando una squadra in cui le travi portanti sembrano
Ceccon e Martinenghi in campo maschile, anche vista la loro poliedricità, e la Pilato
tra le donne. Soggetti giovani, rampanti e con tanta voglia di affermarsi. Il nuoto
s’insedia come squadra di punta alle spalle degli Stati Uniti con una leadership
europea solo in parte favorita dall’eclisse dei russi. Ottimo preambolo in vista
del’Olimpiade 2024. Purtroppo all’interno delle’affermazione non si può nascondere
il calo continuo ma percettibile di Paltrinieri, ansioso di sperimentare nuove
emozioni con la prova di fondo ma in crisi nel suo regno (escluso dal podio negli
800). Come si sa le staffette sono la vera cartina di tornasole del movimento e i
nostri quartetti reggono il passo su ogni distanza. Si può anche constatare che il
settore maschile per compattezza e densità ha preso il sopravvento su quello
femminile. I risultati del nuoto marcano un eccellente principio d’estate per il nuoto
azzurro, anche considerando quanto sta maturando sul fronte della scherma e il
boom della Raffaeli nella ginnastica ritmica. Dietro il leader calcio c’è una ampia
messe di discipline a torto considerate minori che lottano per prendersi la prima
pagina dei giornali. E non si può dimenticare l’estate ruggente della pallavolo e gli
eccellenti risultati degli arcieri azzurri.

DANIELE POTO