La mega-esibizione di Wimbledon sta entrando nel vivo e domani c’è attesa spasmodica (esagerata) per il match tra il numero 3 del mondo, il serbo Djokovic, e l’altoatesino Sinner, 13. Quest’ultimo è uscito indenne dall’incontro con l’altro baby, lo spagnolo Alcaraz in un match da terra rossa giocato sull’erba, dove gli attacchi sono stati sporadici, il serve and volley una chimera, e si è scambiato da fondo con l’dea di fare a braccio di ferro. L’australiano Cahill, attaccante nato, nuovo mentore tecnico di Sinner, si sarà chiuso gli occhi tante volte per aver assistito alle esitazioni sotto rete del suo pupillo, che ancora non trova le gambe per rubare il tempo all’avversario e prendersi il punto a rete. Alla fine, comunque, l’ha spuntata l’azzurro per la maggior esperienza accumulata in questi ultimi due anni e per aver tenuto il servizio nel primo gioco del quarto set, quando cioè Sinner, non avendo capitalizzato due match point nel tie-break (che è finito nelle mani dello spagnolo), ha avuto un momento di calo agonistico. Però la forza di volontà del tennista italiano ha fatto la differenza, ma il timore è che non basti per battere uno come Djokovic, che a Londra ha vinto 6 finali su 7 (perdendo solo quella del 2013) ed è peraltro il campione in carica delle ultime tre edizioni (nel 2020, causa pandemia, il torneo non si è disputato). Al  contrario Sinner, sull’erba londinese, ha vinto solo queste quattro partite, ed è vero che più gioca e più migliora o meglio più gioca e meno sbaglia. Perché Cahill sta ancora lì, con le mani davanti agli occhi, a coprirsi la visuale. Il tennis sull’erba è altra cosa, oggi ci si adatta anche per caratteristiche tecniche che, francamente Sinner non ha. Anche il suo servizio non è particolarmente insidioso, ma l’azzurro, così come coach Vagnozzi, è intelligente,  e cerca di ottenere il massimo con piccoli accorgimenti tecnici, tipo la pallacorta, tipo lo slice di rovescio passando dal bimane ad una mano. E’ migliorata anche la sua reattività sotto rete, mostrata soprattutto contro il bombardiere americano Isner, ma da qui a dire che è un giocatore completo ce ne passa. Intanto il raggiungimento dei quarti di finale ha portato nelle sue casse, conti alla mano, 364.757 euro (310.000 sterline). Approdare in semi, in assenza di punti e conseguente balzo in classifica, vale 629.501 euro che, con residenza a Montecarlo in tasca, significa quasi al netto delle tasse. Insomma un bel colpo. Ma il muro Djokovic è durissimo da abbattere per questo Sinner. Lo dicono i bookmakers, lo dice la storia del tennis.

Andrea Curti