Quel 15 luglio i Pink Floyd furono invitati a suonare a Venezia di fronte a Piazza San Marco durante la festa del Redentore. Evento raro ed indimenticabile per una serie di motivi. Fu sicuramente uno dei concerti che rimarra’ indelebile nell’immaginario collettivo perchè fu un incubo e una magia contemporaneamente. Era il 1989 e “A Momentary Lapse of Reason” era stato pubblicato appena due anni prima (tra l’altro fu il primo lavoro della band dopo l’abbandono di Roger Waters nel 1985). Il gruppo partì quindi per la promozione dell’album con diverse tappe gia in scaletta anche in Europa tra cui appunto Venezia. Fran Tomasi un promoter che viveva nella città lagunare si occupò dell’organizzazione e decise di coniugare una festa così importante come quella del Redentore con l’esibizione dei Pink Floyd che accettarono di suonare in un posto unico e meraviglioso come Venezia e che la serata fosse ripresa dalla RAI e mandata in onda in diretta. Nessuno sembrava rendersi conto dei pericoli e dei disagi che le migliaia di persone previste al concerto avrebbero recato alla città. Il palco sopra al quale il gruppo si esibì su una piattaforma galleggiante proprio a ridosso di piazza San Marco fu davvero un’idea straordinaria ma con evidenti difficolta’ legate al trasporto della mega chiatta da piazzare a largo della laguna e stabilizzarla di fronte alla grande e famosa piazza veneziana. Una sistemazione naturalmente inusuale e particolarmente difficile per i musicisti che dovettero rinunciare ad alcune tecnologie che avrebbero reso il concerto un’esibizione all’avanguardia per quegli anni. La band dovette anche rinunciare ad alcuni pezzi che aveva inserito in scaletta per via del fatto che il concerto non poteva essere troppo lungo. Le canzoni che suonarono i Pink furono 14 tra cui “Another Brick in the Wall Part 2”, “Time” e “Wish You Were Here”. L’autentico problema che però fece la storia fu proprio la disorganizzazione di chi preparò l’evento perché arrivarono a Venezia 200.000 persone che invasero la città impreparata all’enorme flusso umano disorganizzato e disorientato per la mancanza di transenne, bagni chimici, negozi naturalmente chiusi e scarsa assistenza medica con in piu’ un servizio d’ordine decisamente insufficiente. Quando il concerto terminò in tanti presero la via del ritorno ma molti rimasero a bivaccare e a dormire in piazza San Marco lasciando Venezia in condizioni davvero pietose: sporcizia ovunque che popolò una parte della citta lagunare per i due giorni successivi lasciando i segni della maleducazione delle persone sparse per la laguna. La monumentale performance dei Pink Floyd fu quindi una delle loro esibizioni più discusse e spettacolari che portò comunque molte persone ad acclamarli ma che allo stesso tempo comportò dei sacrifici come i tagli importanti in scaletta passati in secondo piano davanti alle responsabilità della giunta comunale veneziana che ne pago’ inevitabilmente le conseguenze. 

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