Coppa Davis, Italia-Argentina 2.0, Berrettini in scioltezza, psicodramma vincente di Sinner,
Se volete lo spettacolo andate al cinema, dove ci si mette seduti e, magari con un cestino di popcorn tra le gambe, si assiste alla proiezione del film prescelto. In Coppa Davis conta portare il punto per la squadra e tanto Matteo Berrettini quanto Jannick Sinner lo hanno fatto, sia pur con diverso andamento. Berrettini, il primo a scendere in campo, ha mostrato molta tranquillità e concentrazione, mantenendo saldamente in mano il controllo del suo match contro l’argentino Baetz, 37 del mondo (contro il 15 dell’azzurro), altro piccoletto pedalatore sudamericano non particolarmente a suo agio di fronte alle accelerazioni di diritto dell’azzurro. La partita non è mai stata in discussione, anzi il tennista romano ha breakkato subito il suo avversario al secondo gioco e, grazie anche a tre errori consecutivi di Baetz, si è portato 4-1 per poi aggiudicarsi la prima frazione 6/2 complice un doppio fallo dell’argentino. Non cambia la sinfonia nella seconda frazione: Berrettini, molto attento, mantiene il servizio in apertura e poi due stop-volley di pregevole fattura lo issano 4-2, che diventa 5-2 con la terza voleé smorzata. Ormai è fatta, Il romano chiude con autorità il nono game che gli consegna il match e l’1-0 per l’Italia contro l’Argentina. Così per il secondo singolare, a scendere in campo sono l’altoatesino Sinner e il sudamericano Cerundolo, rivelazione dell’anno (ora n. 27 del mondo contro l’11 di Sinner), schierato non troppo a sorpresa (e forse tardivamente, vista la brutta figura contro la modesta Svezia) dal Mago Coria al posto dello spento Schwartzman. Nel cambio gli argentini ci guadagnano almeno in “garra”, agonismo: Cerundolo parte bene, mettendo in difficoltà più volte Sinner col contropiede, e lo stesso italiano ogni tanto strappa di diritto. Ne consegue che l’argentino ha quattro palle break, due nel secondo game e due nel sesto, annullate dall’azzurro tutte col servizio tra aces e seconde al corpo. E all’undicesimo gioco c’è il sorpasso, che è decisamente più soft rispetto alle corna di Gassman nel film di Dino Risi, ma è decisivo per il set: Sinner infatti prende coraggio, breakka Cerundolo e a zero, anche col serve and volley, porta a casa la prima frazione 7/5. Sulle ali dell’entusiasmo l’italiano avrebbe anche la palla del break in apertura di secondo set ma l’argentino è determinato a non mollare e, approfittando di un piccolo passaggio a vuoto di Sinner, si porta 2-0 e servizio. Altra palla del contro-break per l’azzurro ma ecco la stecca di diritto a vanificare il vantaggio. Così l’argentino, giocando un tennis solido e tosto, vola 3-0, poi doppio break 4-0, consolidamento del punteggio 5-0 e chiusura perfetta del set al settimo game. Terzo set al cardiopalma, con Sinner e Cerundolo spalla a spalla. L’azzurro è bravo a mantenere il servizio in apertura, così come nel terzo gioco al terzo vantaggio, e poi l’allungo sul 4-2 nel miglior game dell’incontro per determinazione. Lo psicodramma si è avuto però nel gioco conclusivo quando Sinner è andato a servire per il match; dopo aver recuperato da 15-30, l’altoatesino ha avuto due match point annullati con coraggio (e fortuna) da Cerundolo in risposta, poi altre due palle della partita che però Sinner ha sbagliato col rovescio pressato dal palleggio profondo dell’argentino, una quinta opportunità e un terzo errore dell’azzurro, con il ricordo del match point sprecato a New York contro Alcaraz ben vivo nella mente di Sinner. Ma al sesto match point (prima però di respingere al mittente tre palle del contro-break all’agguerrito Cerundolo) Sinner ha piazzato l’ace della vittoria dopo due ore e 36 minuti di lotta serrata. Partita comunque brutta, come ha ammesso a fine gara lo stesso Sinner: “E’ stato un match complicato, non ho giocato il mio miglior tennis ma nel terzo set sono stato presente mentalmente e anche fisicamente non ho più problemi”.. Fatto sta che il cittì Volandri ha rischiato troppo l’impiego di Sinner, calcolando il campo poco veloce e quindi poco adatto alle caratteristiche tecniche dell’altoatesino (peraltro arrivato a Bologna solo il giorno prima del match con la Croazia dalla lunga trasferta americana) e lo stato eccellente di forma di Musetti, apparso assai lucido anche dal punto di vista mentale. Insomma un azzardo quello di Volandri che poteva costar caro all’Italia ma che ha avuto un esito positivo. Ora il doppio con Bolelli e Fognini contro Zeballos e Gonzalez..
Andrea Curti
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