La corsa all’oro australiano è già iniziata e la motivazione è presto detta. Dai 2003, da quando cioè l’Happy Slam (lo Slam felice) così chiamato l’Australian Open 2023 presentava un montepremi complessivo di poco superiore ai 18 milioni di dollari australiani, c’è stata una progressiva crescita sino ad arrivare al nuovo record dell’edizione 2023, dal 26 al 29 gennaio prossimi, di 76,5 milioni di dollari australiani, +3,4% rispetto allo scorso anno e soprattutto + 321% rispetto appunto al 2003. Stesse cifre per uomini e donne perché l’Australia ci tiene alla parità dei sessi, come è sacrosanto che sia. Questa cuccagna estiva nell’Emisfero meridionale spiega anche la partecipazione al tabellone principale maschile di ben sei tennisti col ranking protetto (Pella, Wawrinka, Harris, Edmund, Dellen e Chardy) e addirittura 10 tra le donne (Kenin, Cristian, Tig, Rodina, Muchova, Kucova, Zheng, Vondorusolva, Pavlyuchenkova, Podorovska) che hanno scelto di rientrare dagli infortuni accaparrandosi subito la bellezza di 106 mila 250 cucuzze australiane (che al cambio odierno di 0,64 euro fanno 68.000 euro tondi tondi). Che ovviamente aumentano a 158.850 (101.664 euro) se si approda al secondo turno, e per non avere mancamenti improvvisi glissiamo per i turni successivi. E’ spiegata anche la massiccia partecipazione unisex alle qualificazioni: perdere al primo turno significa comunque intascare 16.640 euro, al secondo 23.408, al terzo 35.296. Non male, anche se le spese sono senz’altro cospicue.

Andrea Curti