Adesso si fa sul serio. Parte con l’Australian Open il tennis che conta, dopo gli antipastini (più o meno gustosi) delle competizioni a squadre e dei tornei 250. Dodici gli azzurri ai nastri di partenza (quattro toscani), 6 uomini e 6 donne, segno che le nostre signorine stanno avendo un buon momento, anche se le velleità di vittoria sono più basse rispetto ai colleghi uomini. Ma andiamo per ordine. Il primo Slam maschile della stagione 2023 ha già la grave defezione (grave per la classifica, non certo per lo spettacolo) del numero 1 al mondo, lo spagnolo Alcaraz, infortunatosi giorni fa e costretto a dare forfeit. Così sarà l’altro spagnolo assai più titolato, il mancino Nadal, campione in carica (ma non sa neppure lui come…) ad avere lo scettro del number one mentre, un gradino sotto, il ranking piazza il norvegese Ruud che, a guardare il non brillante avvio di stagione, pare non essere all’altezza sia del 4 Djokovic (riapparso in Australia dopo la burrascosa vicenda dello scorso anno) che del 13 Berrettini, da cui ha “scajato” in United Cup. I bookmakers danno proprio il serbo Djokovic come favorito e, calcolando che lo stesso ha vinto 9 dei 21 Slam in carriera al Flinders Park di Melbourne, ci può anche stare. Come sempre capita nell’estate australiana, giungerà in fondo chi ha più resistenza fisica nelle gambe, perché a quelle latitudini il sole picchia che è una bellezza, l’umidità serale è alle stelle e il rischio crampi sempre in agguato. Insomma può succedere di tutto davvero. Magari si può infilare nei corridoi altrui anche un azzurro. Gli unici che sembrano essere a loro agio in terra aussie sono il romano Berrettini e il carrarese Musetti. Il primo esordisce contro il fu Murray, 35enne che non ha più le anche originali pertanto è bravo a galleggiare ancora nei primi 100 ma francamente non ha il guizzo fisico di una volta. Berrettini infatti ha vinto le ultime tre sfide e sembra difficile possa perdere la quarta. D’altronde quando il romano è in forma con servizio e diritto, c’è veramente scampo per pochi eletti. Anche Musetti sembra ben rodato: fresco di best ranking, numero 19, il toscano ha armi tecniche superiori a tutti in Italia ma non ha quella supremazia fisica e di potenza; tuttavia le qualità tecnico-tattiche dell’azzurro dovrebbero essere sufficienti per eliminare il sudafricano Harris, scivolato al 212 per guai fisici, gli stessi che gli hanno permesso (insieme ad una folta schiera di colleghi e colleghe) di entrare nel tabellone principale senza alcun merito. Il precedente del challenger di Forlì nel 2020 è rassicurante per Musetti che potrebbe al terzo turno, se entrambi ci approdassero, dar vita ad un derby interessante con l’altoatesino Sinner, 16 del mondo, amato in Australia più per il suo assistant coach, l’australiano Cahill, che non per le sue perfomances. In effetti sinora l’azzurro pare indietro di preparazione fisica e mentale, ha avuto già qualche problemino ma il primo turno contro l’inglese Edmund (vedi Harris di cui sopra) non pare destare particolare apprensione. Sembra invece chiuso dal pronostico il veterano Fognini, alla sua 17ma presenza a Melbourne (per quattro volte il ligure è approdato agli ottavi di finale), che ha pescato l’idolo di casa Kokkinakis con cui ha perso due volte su due. Il torinese Sonego, 44 del mondo, esordirà contro il portoghese Borges, 112 e frequentatore dei challenger, ma è proprio contro questi avversari di rango inferiore che l’azzurro in passato ha fatto registrare cocenti sconfitte. Occhio quindi perché il lusitano, per la prima volta in tabellone in Australia, non ha nulla da perdere rispetto a Sonego. A chiudere il cerchio dei ragazzi italiani c’è il 21enne Bellucci da Busto Arsizio, 153, bravo ad uscire vittorioso dalla giungla delle qualificazioni; purtroppo però ha pescato il francese Bonzi, 50, in buona forma (come testimonia la finale raggiunta a Pune) e a suo agio sul cemento open.
Capitolo donne: sei azzurre in cerca di una identità specifica. La prima in ordine di classifica, la fiorentina Trevisan, gode del numero 22 al mando per via della semifinale del Roland Garros 2022 e di un approccio guerriero allo sport, lottando su ogni palla. Poi anche le traiettorie mancine la aiutano e contro la qualificata Schmiedlova, 100 del mondo, servirà la sua intensità per tenere a bada le offensive altrui. E’ possibile per la Trevisan, al secondo turno, un derby con la marchigiana Giorgi, scesa al numero 69, che però affronta la russa Pavlyuchenkova, n.365 miracolata anch’ella dal ranking protetto, che non gioca dal maggio 2022 quando si infortunò a Roma. Chi è più in crescita in Italia, ovvero l’altra marchigiana Cocciaretto, fresca finalista del 250 di Hobart e di entrata nelle prime 50 del mondo, ha pescato una avversaria ostica come la kazaka Rybakina, 23, vincitrice a Wimbledon lo scorso anno e nel mazzo delle outsiders anche in Australia. Anche la riminese Bronzetti, anch’ella fresca di best ranking (50), si cimenterà con una avversaria con la classifica protetta, ovvero la 34enne tedesca Siegemund: non ci dovrebbe essere partita (speriamo), data anche la buona forma atletica della Bronzetti. Sorteggio non favorevole per la toscana Paolini, n.65, contro la russa Samsonova, n.19, dalla quale è stata sconfitta al primo turno delle qualificazioni di San Pietroburgo nel 2019; anche la Paolini insegue il primo successo sul veloce australiano. Val la pena, infine, argomentare l’impresa dell’altra toscana Stefanini, numero 141, che con autorità ha vinto le qualificazioni ed è entrata di diritto nel tabellone principale dove affronterà la 35enne tedesca Maria, n. 71; conterà l’esperienza o la sfrontatezza? Ricordiamo che solo giocare il primo turno agli Australian Open significa guadagnare più di 68.000 euro, che superano i 100.000 al secondo.
Andrea Curti
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