S’infrange sul muro russo il sogno di Sinner di portare a casa il Masters 1000 di Miami: alla lunga troppo più forte Medvedev che si conferma la sua bestia nera (sei vittorie su sei negli scontri diretti) nonché il giocatore più in forma di questi primi mesi di stagione avendo vinto il maggior numero di tornei ATP (quattro per l’esattezza: Rotterdam, Dubai, Doha e appunto Miami). Il punteggio di 7/5 6/3 per il tennista di Mosca dice esattamente di quanto l’equilibrio ci sia stato solo nel primo set, specie quando Sinner (complice anche tre doppio falli inconsueti del russo) si è trovato avanti 3-2 e servizio. Ma è nei momenti topici che Medvedev ha fatto vedere la differenza in campo, sia di efficacia sia di personalità. Il russo capovolge il punteggio in 4-3 e al cambio di campo, Sinner chiama il medical time-out: il dottore gli serve una medicina e lui riparte. Ma non è il Sinner lucido e pimpante che ha battuto Alcaraz l’altro ieri. Così a 15 l’azzurro cede il settimo gioco e anche il set. E forse la partita. Perché Medvedev riparte nella seconda frazione subito con un break (2-0) che Sinner prima riprende (1-2 e servizio) e poi lascia facendosi di nuovo strappare la battuta. E’ l’allungo definitivo, con Medvedev che chiude game, set e match a zero. Per l’altoatesino c’è la consolazione del ritorno nella top ten (sarà numero 9 del mondo), mentre il russo scavalcherà il norvegese Ruud per piazzarsi al quattro, subito dopo il podio. Ora bisogna capire se è Medvedev l’anti-Djokovic o Alcaraz. La stagione sul rosso che parte questa settimana (Estoril e Marrakech) saprà già darci alcune indicazioni.

Andrea Curti