ROMA-Una vita al limite come la sua musica, come l’interpretazione del suono della sua chitarra. Al limite come il suo soprannome: The Edge. David Howell Evans è lo spigolo duro degli U2, la direzione verso il limite, appunto “on the edge”, ovvero il limite della ricerca del suono della band di Dublino. Stile secco, semplice ed efficace il suo. Le sue figure chitarristiche non sono mai state devastanti, gli assoli mai virtuosistici o deflagranti. Se Hendrix bombardava con la Stratocaster, The Edge disinnesca e pianifica gli arpeggi puri ma al tempo stesso destabilizzanti perchè spaziano dal jingle-jangle alla psichedelia, dal solare al lunare. Personaggio particolare The Edge col suo immancabile copricapo nero anche sotto il sole cocente o davanti a Sua Santità Papa Francesco. Personaggio bizzarro e per certi versi singolare The Edge, un pò come i suoi genitori pronti ad accompagnarlo in giro per il mondo a fare concerti. Esilarante e sicuramente spassosa l’intervista che la madre di The Edge, Gwenda Evans rilasciò il 30 novembre 2008 al “Fingal Independent”, dove tra l’altro si legge che la musica degli U2 oramai non interessava più molto a lei ed al marito, ma che fingevano di apprezzarla per poter girare il mondo in tour con la band irlandese. In quell’intervista si evidenziava che i primi roadie della band fossero proprio loro due, mamma e papà, perchè caricavano la strumentazione sul tetto di un vecchio maggiolino, accompagnavano il figlio sul palco per il concerto, ascoltavano qualche canzone e poi se ne andavano in giro per il centro della città per ritornare poi a riprendere il figliolo ed il resto della band. Quella era la storia prima che gli U2 diventassero gli U2 e David Howell Evans nato l’8 agosto del 1961 diventasse The Edge (il bordo) trasformato in “on the edge” (il limite)….un limite ancora non avvertito da Bono Vox e compagnia.

MAURO CEDRONE