Negli anni Settanta Vittorio De Sica inizia a diradare gli impegni lavorativi: dopo i successi conseguiti in
passato da una tra le coppie artistiche meglio assortite del cinema italiano e internazionale dirige Sofia
Loren e Marcello Mastroianni nel film “I girasoli” (1970), che ottiene una candidatura agli Oscar per le
migliori musiche firmate da Henry Mancini. E nello stesso anno cura la regia ne “Il giardino dei Finzi
Contini” (1970), tratto dal romanzo di Giorgio Bassani, che venne tributato dall’Orso d’Oro a Berlino e
Premio Oscar come migliore film straniero, oltre a “Lo chiameremo Andrea” (1970), con Nino Manfredi e
Mariangela Melato, e a “Una breve vacanza” (1973), con Florinda Bolkan e Renato Salvatori. L’ultimo film
di De Sica come regista è stato “Il viaggio” (1974), con Sophia Loren e Richard Burton.
Vittorio Gassman è ormai soprannominato “Il mattatore” ed è uno dei protagonisti assoluti dello star-
system della commedia all'italiana. E Ugo Tognazzi, grande amico di Gassman si afferma sempre più come
interprete acuto e spesso anche provocatorio. Fatale fu l’incontro con Mario Monicelli che produsse due
grandi successi: “Romanzo popolare” (’74) e “Amici miei” (campione d’incassi nel ’75); quello con Alberto
Lattuada il pungente “Venga a prendere il caffé da noi” (’70). Mentre con Dino Risi realizza, tra gli altri, “ln
nome del popolo italiano” (’71), “La stanza del vescovo” (’77), con Ornella Muti e “Primo amore” (’78).
Tognazzi accompagna lo scrittore Alberto Bevilacqua nelle prove cinematografiche de “La Califfa” (’70) e
de “Questa specie d’amore” (’72) e ritrova il miglior Marco Ferreri con “L’udienza” (’71), ma soprattutto col
controverso e provocatorio “La grande abbuffata” (’73), in cui lavora con Marcello Mastroianni, Michel
Piccoli, Philippe Noiret e Andrea Fereol, che gli regala il successo internazionale, bissato poi nel ’78 con “Il
vizietto” di Edouard Molinaro, in cui recita con Michel Serrault.
In quegli anni il cinema britannico lancia decine di importanti registi, tra i quali emergono prepotentemente
Ken Russell e Stanley Kubrick. Mentre in Italia Pierfrancesco Pingitore, fondatore nel 1965 della compagnia
di varietà “IL BAGAGLINO” della quale faranno parte gli altri ORESTE LIONELLO e PIPPO FRANCO, tributa
GABRIELLA FERRI, elevandola tra le sue protagoniste femminili di maggiore, assoluto spessore. E Gabriella
Ferri divenne in seguito oltre alla storica primadonna del Bagaglino, l’indimenticabile e compianta
protagonista nei programmi televisivi della Rai: Dove sta Zazà, Mazzabubù e Biberon.
Intanto nel mondo della danza LINDSAY KEMP è sempre più affermato e considerato la massima icona della
danza contemporanea. Sperimentatore eccentrico e provocatorio, Kemp è un’artista poliedrico,
inclassificabile, perfetto nei ruoli di ballerino, mimo, coreografo e regista, nonché fonte d’ispirazione per
altrettante grandi personalità artistiche, che vanno ben oltre i suoi campi d’azione. Ne è un esempio
l’influenza esercitata sulla musica di David Bowie e Kate Bush e anche sul cinema dell’amico e genio
dell’avanguardia inglese Derek Jarman.
CARLA FRACCI, già danzatrice solista dopo soltanto due anni dal diploma, conseguito alla scuola di ballo del
Teatro alla Scala con la coreografa russa VERA VOLKOVA, e prima ballerina dal '58 è protagonista in Italia
delle opere più celebri. E negli anni Settanta danza con alcune compagnie straniere quali: il LONDON
FESTIVAL BALLET; il ROYAL BALLET; lo STUTTGART BALLET e il ROYAL SWEDISH BALLET. Nella sua
lunghissima e luminosa carriera si annoverano tra i grandi ballerini che sul palcoscenico sono stati suoi
partner: RUDOLF NUREJEV, VLADIMIR VASILIEV, HENNING KRONSTAM, MIKHAIL BARYSHNIKOV, AMEDEO
AMODIO, PAOLO BORTOLUZZI e soprattutto il danese ERIK BRUHN. La "GISELLE" danzata da Carla Fracci
con Bruhn fu tanto straordinaria che nel 1969 ne era stato realizzato addirittura un film. Tra le altre grandi
interpretazioni di opere contemporanee: "Romeo e Giulietta" di PROKOFIEV, "Concerto barocco", "Les
demoiselles de la nuit", "Il gabbiano", "Pelléas et Mélisande", "Il fiore di pietra", "La sylphide",
"Coppelia", "Il lago dei cigni". Il regista di molte delle grandi opere interpretate da Carla Fracci fu il marito
BEPPE MENEGATTI.

In ambiti musicali il gruppo rock inglese dei Deep Purple è considerato insieme ai Led Zeppelin di Robert
Plant, Jimmy Page e John Bonham tra i massimi esponenti dell'hard rock che in quel decennio esplode con
deflagrazioni dirompenti i cui effetti echeggiano ancora oggi in tutto il mondo a cinquant'anni di distanza.
E nella prima metà degli anni Settanta i GENESIS divennero fra i principali esponenti del rock
progressivo britannico assieme a gruppi come King Crimson, Yes, Gentle Giant, Emerson, Lake & Palmer.
E mentre i Rolling Stones passano da grandi conferme e successi a una crisi profonda, dalle cantine di
Melbourne Nick Cave si affaccia dalla porta principale al proscenio internazionale, in quel decennio si
dissolve il tropicalismo in Brasile, lasciando tuttavia un segno indelebile nella cultura musicale dei carioca,
mentre la BOSSA NOVA di Toquinho e Jorge Ben, autore nel 1963 di Mas que nada, è ormai entrata nel
mito assieme a lui e i suoi maggiori interpreti. E se Tom Jobim, Vicious de Moraes e João Gilberto erano
stati quelli che avevano voltato pagina, contaminando il jazz col samba, Caetano Veloso e Gilberto Gil
avevano rivoluzionato la tradizione aprendo le porte al rock e al beat, esprimendo in tal modo il loro
dissenso politico. E intanto che Chico Buarque, poeta sia colto che raffinato, faceva conoscere al mondo il
disagio del suo popolo, una generazione di fenomeni si affacciava nel mondo musicale sulla loro scia.
E Djavan, Marisa Monte, Adriana Calcanhotto e Tribalistas furono soltanto alcuni dei grandi artisti venuti
dopo la rivoluzione dei bossanovisti e dei tropicalisti, mentre Elis Regina e Gal Costa sono state le interpreti
alle quali ogni autore dell’epoca sognava di far ascoltare e magari cantare un proprio brano.
E se alla metà di quegli anni la minigonna inventata a Londra da Mary Quant dieci anni prima spopolava e
imbarazzava i bigotti in Italia, fu da Milano che ebbe inizio la rivoluzione della moda non soltanto nazionale;
un tempo in cui molta dell’energia creativa del tempo si concentrò in un gruppo di stilisti che cambieranno
la storia della moda a livello internazionale: ARMANI, VALENTINO, KRIZIA, VERSACE, MISSONI, ALBINI,
FIORUCCI, CURIEL, FERRÈ e altri grandi creativi celebrati in tutto il mondo divennero il simbolo del MADE IN
ITALY. E tra loro, ognuno a suo modo segnò a tratti luminosi e variopinti quell’epoca della quale divenne
parte di un grandioso e unico affresco che al di là delle singole biografie contraddistinse il Paese, facendo
trionfare il gusto e la bellezza italiane che da Milano conquistarono il mondo intero.
Prima di questo decennio, i "Gialli Mondadori" avevano sempre occupato una posizione dominante nel
settore e tutti i numeri di questa fortunata collana vendevano regolarmente decine di migliaia di copie che
godevano di una diffusione trasversale, diffusa in modo eterogeneo tra casalinghe e insegnanti, impiegati e
operai, commessi e commercianti, professionisti e da fini intellettuali come ad esempio Leonardo Sciascia e
Giuseppe Petronio. Ma nel periodo che va dal Gennaio 1970 al Dicembre 1979 avvennero cambiamenti
importanti anche in questo campo, innanzitutto per ragioni anagrafiche. Infatti vennero a mancare alcuni
dei più autorevoli rappresentanti della “vecchia guardia”, come ERLE STANLEY GARDNER  (1970), REX
STOUT  (1973), JOHN CREASEY  (1973), AGATHA CHRISTIE  (1976) JOHN DICKSON CARR (1977) e BRETT
HALLIDAY (1977). Mentre altri come GEORGE HARMON COXE, ELLERY QUEEN, ROSS MACDONALD cessano
di scrivere per vecchiaia o motivi di salute.
Mentre a proposito di fumetti, in quel decennio alcuni tra i maggiori disegnatori italiani realizzarono dei
capolavori fumettistici rimasti nel tempo. Per ovvi motivi di spazio ne ricordiamo soltanto dieci tra i più
significativi, elencati in ordine cronologico:
Tex – Il figlio di Mefisto (1971) Il fumetto, ideato e scritto da Giovanni Luigi Bonelli ma accreditato come G.
L. Bonelli, e creato graficamente da Aurelio Galleppini;
Zagor – Odissea americana (1972) Zagor è un personaggio dei fumetti ideato nel 1961 da Guido
Nolitta (pseudonimo di Sergio Bonelli) e realizzato graficamente da Gallieno Ferri, protagonista della
omonima serie a fumetti pubblicata dalla Sergio Bonelli Editore;
Altàn: Corto Maltese – Corte Sconta detta Arcana (1974);

Lo Sconosciuto – Largo delle Tre Api (1975) Lo Sconosciuto è stato il primo personaggio creato, scritto e
disegnato in autonomia da Roberto Raviola, in arte Magnus;
Mister No (1975) Mister No è stato creato dallo sceneggiatore GUIDO NOLITTA, pseudonimo dell'editore
SERGIO BONELLI;
Dino Battaglia: L’uomo della legione (1977) E' la prima di due storie realizzate dall'autore per la collana “Un
Uomo un'avventura” della Cepim (proprietà di Sergio Bonelli);
Andrea Pazienza: Le straordinarie avventure di Pentothal (1977);
Milo Manara: HP e Giuseppe Bergman (1978);
Il commissario Spada – I terroristi (1979), ispirato graficamente a Gino Tomaselli, testi di Gianluigi Gonano,
disegni di Gianni De Luca;
Ivo Milazzo: Ken Parker – Lily e il cacciatore (1979).