L’eredità (pesante come un macigno) lasciata da Pennetta, Schiavone, Vinci, Errani e via dicendo non è ancora alle spalle ma lentamente pare attenuarsi, grazie alla crescita costante delle ragazze italiane. La semifinale conquistata in Billie Jean King Cup, che mancava dalle nostre parti da ben lunghi nove anni, è la cartina tornasole di questa lievitazione tecnica ed agonistica, maturata nei tornei del circuito femminile e sfociata nella competizione a squadre per eccellenza, la Davis in gonnella, la ex Federation Cup. Le azzurre, quindi, sull’indoor di Siviglia, dopo la Francia, hanno mandato a casa anche le tedesche, e lo hanno fatto con grande autorevolezza e coscienza dei propri mezzi. Ancora una volta a scendere in campo per prima e a portare il punto dell’1-0 è stata la fiorentina Trevisan: Passato lo scoglio di un primo set nervoso (tra break e controbreak immediati), che ha visto la mancina azzurra passare da 3-2 e servizio a 3-5, per poi andare a servire per il set al dodicesimo gioco e salvare un set-point alla Lys (130 del mondo contro il 43 della Trevisan) nel tie-break vinto dall’azzurra al quattordicesimo punto, il match si è fatto in discesa. Molti meno grattacapi ha avuto la Paolini (30) contro la Friedsam (115) a cui ha lasciato la miseria di cinque games dimostrando di essere in grande fiducia dopo l’affermazione del giorno prima sulla quotata francese Garcia. La Paolini gode della sapienza tecnica di soldatino Furlan, che andrebbe rispolverato in ambito maschile e sarebbe un ottimo e serio capitano di Coppa Davis. La ciliegina sulla torta l’ha messa il doppio Bronzetti-Cocciaretto, inedita coppia con però tanta voglia di lottare, come dimostra la vittoria al tie-breccone finale (11-9) che ha chiuso la contesa sul 3-0 Italia. Per l’avversaria delle azzurre c’è ancora incertezza: sarà una tra Kazakistan, Slovenia e Australia, temibili ma non impossibili da battere.

Andrea Curti