ROMA – L’8 gennaio del 1947  ed il 10 gennaio del 2016 sono le date di David Bowie, il Duca Bianco, l’Heroes dell’”Art Rock”, il grande sostenitore del rock che assorbe ed incolla il teatro, il travestimento, il pop e la pop art, il glam, il decadentismo, la letteratura alta e la fantascienza, la psichedelica e la filosofia. Bowie è stato il più grande assemblatore di sempre, un’artista in continua trasformazione, un maestro nel mescolare stili musicali antichi e moderni. E’ con lui che si fondono la modernità ed il barocco, il vecchio ed il nuovo, il drammatico ed il comico, l’androginia e la provocazione, l’esistenziale ed il misticismo, in una parola sola: il totale trasformismo sui palcoscenici degli stadi e dei teatri. Insomma un mito del soul bianco, uno dei più grandi musicisti di tutti tempi in grado di vendere circa 150 milioni di album in vita. La sua natura poliedrica camaleontica lo portò a reinventare nel tempo il proprio stile e la propria immagine, creando numerosi “alter ego”, uno su tutti: Ziggy Stardust (nell’album pubblicato nel 1972 legato anche al memorabile tour del 1972). Bowie non fu solo una grande star musicale, ma anche un valente attore, lavorando con registi del calibro di Martin Scorsese e Christopher Nolan. Nel 2008 David fu inserito al 23esimo posto nella lista dei 100 migliori cantanti secondo Rolling Stone. Nel 2007 fu indicato dalla rivista Forbes come il quarto cantante più ricco al mondo. Il 10 gennaio 2016 fu il giorno dell’addio di David Bowie, The White Duke!!!.

MAURO CEDRONE