Alla seconda settimana dell’Happy Slam, come lo si appella l’Australian Open di Melbourne, sono approdati due azzurri, uno per tabellone, ma con diverse modalità. Partiamo, per dovere di cavalleria, dalle donzelle. Jasmine Paolini ha colmato un gap di 10 anni nel senso che l’ultima azzurra ad arrivare nelle migliori sedici del torneo fu la Pennetta nel 2014, quindi quella della toscana è una bella impresa. Dettata dalla sua voglia di vincere e di emergere, benché il suo fisico non la aiuti rispetto ad avversarie più longilinee, e da un allenatore, Renzo Furlan, di grande spessore umano e tecnico da meritarsi il Capitanato di Coppa Davis. La Paolini, numero 1 d’Italia e 31 del ondo, si è sbarazzata in sequenza della russa Schneider (92), della tedesca Maria (47) e dell’altra russa Blinkova (57) senza perdere un set, nemmeno con la Blinkova quando si è trovata sotto 1-4 nel secondo set. E’ segno di grande determinazione, di una voglia di arrivare anche oltre le proprie prerogative che pochi hanno dalle nostre parti. Ora, tra un altrettanto storico quarto di finale a Melbourne e l’azzurra c’è l’ostacolo Kalinskaya (match programmato alle 7 ore italiane), altra sovietica indietro in classifica (è 75) ma dai colpi pesanti; il precedente a favore della Paolini targato Portorose 2021 lascia ben sperare tuttavia sarà un match durissimo che presumibilmente si deciderà su pochi punti per cui la tenuta mentale e fisica farà la differenza. Sinner il predestinato invece è arrivato nei quarti come un treno non perdendo in quattro partite neppure un set: ha fatto fuori gli olandesi Van de Zandschulg (59) e, De Jong (161), l’argentino Baez (29) e il russo Khachanov (15). A quest’ultimo Sinner ha annullato complessivamente nove palle break in punti nevralgici del set, segno di grande concentrazione. Certo, l’azzurro è aiutato dal fatto che nel tennis moderno per vincere anche sul veloce (e persino sull’erba!) scendere a rete conta sempre meno, in ogni caso da numero 4 qual è per ambire a postazioni più celestiali dovrà attendere prima il vincente di Rublev-De Minaur nei quarti e poi l’eventuale semifinale contro (presumibilmente) il Re Djokovic in quello che si preannuncerebbe come la prova del nove per le velleità di primato mondiale dell’altoatesino. Per il resto, l’afa dell’estate australiana ci dirà chi sopravviverà alle condizioni estreme a cui sono sottoposti i giocatori. Ma per il dio montepremi, record dei recod per l’edizione 2024, questo ed altro.

Andrea Curti.