Difficile commentare razionalmente la sconfitta della Lazio, ma credo risulti impresa ardua anche alla squadra e a Mister Sarri; una Lazio che sebbene messa bene in campo e grintosa, nonché corta tra i reparti ha avuto oggi un andamento bipolare, manifestato da due personalità e due volti ben distinti tra il primo e il secondo tempo, a prescindere dai cambi che comunque non hanno influito sul risultato finale.
Infatti, in conseguenza di ciò, fatico io stesso ad attribuire meriti al Bologna più di quanti ne abbia conseguiti, piuttosto che più demeriti ai biancocelesti, che dopo il primo quarto d’ora di partita in balia del Bologna sembravano avere la gara in pugno.
Si, perché fino al goal del pari, le occasioni per raddoppiare non erano certo mancate ai capitolini, puniti forse troppo dalla “dura legge del goal”, che attesta che a tanti errori in fase di finalizzazione corrispondono con certezza quasi matematica goal subiti, compreso in primis di quel genere di goal che in Serie A non si possono vedere, così come quello subito a fine tempo da Immobile&Co., costruito involontariamente da Luis Alberto, Cataldi e Provedel che hanno compiuto un suicidio difensivo perfetto.
Mentre nel secondo tempo ci si aspettava di vedere la Lazio cattiva e determinata come la prima parte di gara, invece è stato il Bologna a entrare in campo con gli “occhi della tigre” e a compiere un’impresa degna delle alte posizioni che a oggi la posizionano in zona Champions.
Ultima annotazione, la società ha disertato la conferenza stampa post gara in polemica con la direzione dell’arbitro Maresca; una decisione diplomatica e preventiva che personalmente ritengo saggia e doverosa per non subire la beffa oltre al danno di aver perso il secondo match point contro un avversario diretto dopo il 3-1 di Bergamo.
Fortuna per la Lazio che il campionato è ancora lungo; che la classifica della lotta al quarto posto rimane avulsa, e che la gara contro il Toro, che la Lazio dovrà recuperare giovedì prossimo all’ombra della Mole antonelliana, aspetta un riscatto che ai romani non dovrà sfuggire.
Stefano Lesti