C’ è un solo settore della vita civile in cui è stata raggiunta la perfetta eguaglianza,
sia pure solo numerica, tra uomo e donna (per ora il gender è escluso da questa
statistica). Ovviamente lo sport. Che offre un esempio importante con i Giochi
olimpici di Parigi in cui il valore numerico dei due sessi sarà perfettamente
simmetrico. E l’Italia farà ancora di più e meglio perché, complici le difficili
qualificazioni all’evento, il contingente femminile sarà lievemente superiore a quello
maschile. Rispettando la demografia che vuole la prevalenza di donne in un universo
che comprende 59 milioni di persone. Sul versante Coni l’adeguamento potrebbe
anche diventare un sorpasso nel computo del medagliere vista la grande
competitività del settore, alimentato da grandi personaggi vincenti. Forse una
validazione maggiore a questa pari opportunità agonistiche potrebbe venire dalla
nomina di un portabandiera-donna. Ma l’eventualità sembra ancora lontana dal
poter essere realizzata,. Nella mente del presidente del Coni Malagò le possibilità
sembrano ristrette a tre atleti. Sinner, Paltrinieri e Tamberi e ogni altra chance di
sesso diverso sembra escluso. Comunque la consacrazione della simmetria numerica
è un bel riconoscimento per un movimento che ha fatto enormi passi in avanti e che
chiede anche un congruo adeguamento monetario. Il price money dei tornei di
tennis, come più in generale i proventi delle sportive professioniste, sono ancora bel
lontane dall’essere adeguate allo standard maschile. Ad esempio il calcio femminile
nostrano si è visto riconosciuto l’etichetta di professionista ma i guadagni sono ben
lontani dall’omologa serie C maschile. Fa eccezione forse la pallavolo, un serbatoio
in cui le praticanti donne sono più degli uomini. La Egonu porta a casa nelle sue
scorribande mercenarie tra Italia e Turchia, un milione di euro all’anno e nessun
collega maschio può contare su questa superba provvigione.

DANIELE POTO