Mentre con il ritiro anche di Musetti e la resa di Fognini si è materializzata l’ecatombe di tennisti azzurri di grido, a tenere banco sono due ragazzi di diversa estrazione sociale, accomunati però entrambi dalla stessa fame di arrivare, di far carriera ad alti livelli. Il primo è un concittadino di “Cancilla”, quel Francesco Passaro da Perugia, 23 anni e n. 240 del mondo, che ha sfruttato a dovere la wild card degli organizzatori per superare prima le qualificazioni e poi due turni di un Masters 1000 (il francese Rinderknech e l’olandese Griekspoor, 26), restando in campo circa dieci ore e mezza in quattro incontri, tutti lottati e dai quali è sempre uscito vincitore (per la “fame” di cui sopra). “È stato un match non semplice, ha dichiarato a fine match il perugino, “sono partito molto teso, ho subito un break facendo doppi falli. Poi c’era molta gente venuta da Perugia, la mia famiglia… non era facile in un contesto del genere, ma sono stato bravo nei primi game a restare aggrappato alla partita, a non farlo scappare nel punteggio. Così sono riuscito ad entrare pienamente nel match e ho giocato un grandissimo tennis. Il terzo set è stata una lotta, quando sono arrivato al tiebreak ho detto… è proprio destino, tiebreak decisivo anche oggi, ma per fortuna ho avuto tanta energia”. Già, dal turno decisivo delle qualificazioni ad oggi il ragazzo umbro ha vinto tre partite su tre al tie-break finale, dimostrando tenacia e tanta voglia di arrivare nelle zone alte della classifica mondiale. Prossimo ostacolo il portoghese Borges, 53, uno che forse gioca meglio sul cemento ma ha un gioco vario che gli consente di esprimersi su buoni livelli un po’ ovunque. Resta per Passaro una ghiotta occasione per centrare uno storico (per lui) ottavo di finale al Foro Italico. Sarà invece più difficile per l’italo-argentino Darderi centrare l’obiettivo quarto turno perché dall’altra parte della rete troverà il number five al mondo, il tedesco Zverev. Commenta candidamente il tennista di Villa Gesell: “Non ho mai giocato contro un top10, sarà la mia prima volta: spinge, tira forte, aspettiamo la partita perché non ho mai affrontato un giocatore così forte”. Però per il momento gli scalpi del canadese Shapovalov e dell’argentino Navone saranno sufficienti per migliorare il suo attuale ranking di numero 54 e in parte si può essere già soddisfatti, dato che il ragazzo è “esploso” a Cordoba con la vittoria del torneo a sorpresa lo scorso febbraio. Intanto a Djokovic, mentre firmava autografi dopo la sua vittoria, è caduta sul collo una bottiglietta di acqua, chi dice accidentalmente chi invece sostiene volontariamente, e in quest’ultimo caso sarebbe assai più grave. Per fortuna comunque il campione serbo è rientrato in hotel pare senza aver subito grosse conseguenze. La speranza in termini di vincitore, è quella di leggere un nome nuovo nell’Albo d’oro, ormai tra Nadal che arranca vistosamente con un Carneade qualificato e Djokovic concentrato per le Olimpiadi, Roma può suggellare il definitivo passaggio di testimone da una generazione all’altra.

Andrea Curti