Da Roger Federer a Guga Kuerten e Bjorn Borg, da Andre Agassi a John Patrick Mc Enroe passando per Boris Becker, Jim Courier, Stefan Edberg, Mats Wilander, Leyton Hewitt, Andy Roddick, Ilie Nastase e compagnia cantante: tutti concordi nell’intonare “Benvenuto nel club dei number one” a Jannik Sinner, unico italiano di tutti i tempi ad issarsi così in alto nel tennis. E’ un risultato incredibile per lo sport azzurro, essere numero 1 al mondo in pochi ci sono riusciti nella loro disciplina: ci vengono in mente Thoeni e Tomba nello sci, Mennea, Jacobs e Tamberi nell’atletica leggera, i palloni d’oro Rivera, Rossi, Baggio e Cannavaro, lo slittinista Armin Zoggeler, Valentino Rossi e Giacomo Agostini nella motocicletta, Nino Benvenuti e Primo Carnera nella boxe, e altre legende dello sport nostrano. Tra le quali, da oggi, c’è il predestinato tennista ex sciatore ex calciatore Jannik Sinner dall’Alto Adige, tanto algido in campo come un ghiacciolo a meno trenta gradi centigradi quanto “normale” fuori dal rettangolo tennistico, il ragazzo della porta accanto, il nipote che qualsiasi nonna desidererebbe avere, gentile ed educato, il fidanzato modello per qualsiasi ragazza (magari modella), senza grilli per la testa. L’immagine a mo’ di Sindone di Sinner prenderà la definitiva santificazione quando lo stesso resterà lassù in vitta per parecchio tempo. Arrivarci è un traguardo incredibile, restarci è forse l’impresa più difficile. Perché dietro, se è vero come è vero che Djokovic pensa solo alle Olimpiadi e alla Davis per consacrare il suo ego alla amata Patria serba, e Nadal è più di là che di qua, restano fondamentalmente due le spine nel fianco di Sinner, una fa più male (lo spagnolo Alcaraz) ma anche l’altra non renderebbe allegro un pomeriggio assolato al mare (il tedesco Zverev). Alcaraz è stato già numero 1 del mondo due anni fa ossia a soli 19 anni e si è infortunato ad inizio stagione restando fuori per un paio di mesi, more or less. Nonostante ciò l’iberico in carriera, della new generation, è l’unico ad aver vinto le tre le prove del Grande Slam diverse per superfici  (cemento, terra ed erba) ed ha battuto Sinner quest’anno due volte su due entrambe in semifinale, ad Indian Wells e appunto a Parigi. Il tedesco Zverev, dal canto suo, salito al numero 4 del mondo dopo aver vinto Roma e raggiunto la finale al Roland Garros (è stato 2 del mondo nel 2022 ed ha vinto 22 tornei in carriera) , negli scontri diretti con Sinner conduce 4-1, con l’altoatesino che ha vinto soltanto il primo nel 2020. Questo vuol dire l’azzurro sino ad oggi è stato bravissimo ad aver approfittato delle mancanze fisiche altrui ma da ora, dal momento che più o meno sono tornati tutti i suoi antagonisti più acerrimi, il gioco si fa più duro.

Andrea Curti