Ital-basket coltiva una vaga speranza di qualificazione olimpica mettendo in campo
la migliori delle squadre possibili, pur mancante dell’apporto di Procida, Spagnolo e,
soprattutto, della punta azzurra Fontecchio. Si draga il fondo del barile. Basti
pensare che l’ultimo tagliato della squadra è stato il veneziano Casarin, reduce da
un’annata mediocre in cui ha giocato senza brillare solo spiccioli di campionato.
Siamo deboli sotto canestro, non abbiamo ali di sicuro rendimento e non sappiamo
che farcene dell’eccessiva ricchezza nei play, settore nel quale la fiducia del citì
Pozzecco nei confronti di Spissu sembra esagerata. Il regista sardo è dotato di
discreto tiro e buona inventiva ma difensivamente, a livello internazionale, è un
disastro, brillando negativamente come e peggio degli altri reprobi nella specialità
ovvero Polonara e Gallinari per i quali certamente incide l’età. Il primo, a cui va
tutta la nostra simpatia, nel 2023 fu l’artefice ai mondiali di un disastroso 0/24 nel
tiro da tre, dato che lo incoraggerebbe a cercare migliori soluzioni sotto canestro,
indicazione però non raccolta. Gallinari deve arrabattarsi sotto canestro per dare
una mano a Melli anche se non è un centro puro. E in panchina ci sono soggetti
come Bortolani e Caruso il cui precipuo recente merito nel presente consiste
nell’essere tesserati di Milano, la fiche per il gemellaggio azzurro (v. Poeta, v.
Datome, vedi tante combinazioni). Un torneo povero di italiani filtra una nazionale
modesta che rischierà nella partita decisiva di fare una brutta figura contro la
Lituania. Quanto a Pozzecco per l’ennesima volta dovrebbe darsi una regolata.
Persino in una partita amichevole con la Spagna è trasceso meritando tecnici e
presupposti di espulsione. Con questo atteggiamento trasmette insicurezza più che
grinta ai suoi volenterosi giocatori, cartina di un tornasole di un movimento dimesso
che ha anche rinnegato i propositi di nazionalizzazione di possibili rinforzi. Al
momento i vari Banchero, Eubanks, Thompson sono tutti meno che giocatori
selezionabili per la rosa.

DANIELE POTO