C’è un momento per vivere e uno per morire (sportivamente parlando): il toscano Musetti non ne vuol sapere di smettere di sognare, di potte fine al suo magic moment partito con la finale al Queen’s, passato per la semifinale di Wimbledon e la finale di Umago e culminato con il bronzo olimpico di Parigi 2024. Contro il serbo Kecmanovic, 54 del mondo (ma meriterebbe una classifica più consona al suo valore), il tennista di Carrara ora 18 al mondo ha tirato fuori tutto ciò che aveva a disposizione in un quinto set drammatico, da ultima spiaggia. Dopo il primo set ad appannaggio del giocatore serbo per 6/3, Musetti ha preso le misure al suo contendente ed ha incamerato un doppio 6/4, dando l’impressione di poter controllare agevolmente il match. Invece Kecmanovic ha iniziato a tirare sassate da ogni parte del campo, di diritto come di rovescio, come se non avesse più nulla da perdere, approfittando anche di un atteggiamento troppo difensivistico del toscano, che viaggiava almeno un metro oltre la linea di fondo, lasciando campo e iniziativa al serbo. Così il 6/2 per il tennista serbo è scivolato via facilmente e i due contendenti si sono presentati al quinto set, decisivo per continuare o meno l’avventura agli Us Open. Qui Musetti ha provato subito una fuga issandosi 2-0 in virtù del break in apertura di set, ha avuto due palle del 3-1 ma si è fatto controbreakkare sul 2 pari alla terza possibilità. Anzi, Kecmanovic lo ha sorpassato 3-2 con una striscia di tre giochi consecutivi. Che potrebbero diventare quattro se, sul 15-40, Musetti non tirasse fuori il coraggio di non morire; il toscano ha annullato col servizio le due opportunità del 4-2 per il serbo ed è restato in scia del suo rivale. Stesso refrain al decimo gioco, con la “piccola” differenza che il 15-40 per Kecmanovic significava due match point per il serbo. Ancora una volta Musetti ha lasciato la passività per l’intraprendenza, ha annullato lo svantaggio e si è galvanizzato, saltando come un grillo; mentre il serbo ha accusato il colpo sia dal punto di vista fisico che mentale, Musetti alla prima possibilità lo ha breakkato all’undicesimo game chiudendo l’incontro per 7/5, grazie a tre errori gratuiti dell’ormai bollito Kecmanovic e dopo un braccio di ferro lungo tre ore e cinquanta minuti. Così, per la seconda volta in carriera, Musetti approda al terzo turno allo Slam newyorkese, e ad attenderlo c’è lo yankee di San Diego Nakashima, 50 al mondo, allenato dall’ex davisman Sanguinetti, capace di eliminare in tre set un “boscaiolo” come il danese Rune e l’emergente francese Cazaux (importante anche gli scalpi di Tommy Paul a Montreal e dell’altro statunitense Fritz a Cincinnati); i due si conoscono bene, hanno battagliato al Queen’s, quando l’azzurro uscì vittorioso 6/4 4/6 6/4 curiosamente con tutti break decisivi al nono gioco.  Sarà dura ma l’occasione di arrivare agli ottavi è ghiotta; sarebbe una ciliegina sulla torta per Musetti che vince anche quando non è brillante, ed è buon segno.
Andrea Curti