E’ sempre più appassionante il Mondiale delle Moto G.P. A maggio ragione ora che
Martin si è messo in scia per succedere al regno di Bagnaia avendo accumulato un
discreto gruzzoletto di punti di vantaggio. E’ finita l’epoca dei grandi domini
decennali (in casa Italia Agostini, poi Valentino Rossi). Ora dominano le leggi
dell’alternanza e succede che ambisca al titolo un pilota di un marchio privato (la
Pramac) con grande smacco per la Ducati ufficiale che ieri intanto ha conquistato
matematicamente il titolo per le case. I capitomboli di Bagnaia (l’ultimo ieri sul
circuito amico di Misano) collassano la classifica e regalano a Martin un vantaggio
insperato ma da qui alla fine, oltre a concludere la gara senza danni, conteranno
molto gli inserimenti dei due deuteroagonisti che ovviamente tifano
psicologicamente per il proprio connazionale. E poco conta che Marquez l’anno
prossimo sarà il compagno di scuderia di Bagnaia. Ci saranno scintille quest’anno e
anche nella prossima stagione, magari con l’incentivo di conquistare il terzo posto
alle spalle dei due più logici protagonisti. Un handicap nel prosieguo per Bagnaia
nelle gare sprint che pure portano in dote un più modesto pacchetto di punti.
Bagnaia in questa prova spesso è in pole position ma il modesto grip d’abbrivio lo
porta ad essere scavalcato già prima della fine del primo giro. E in uno sviluppo così
breve è poi difficile recuperare la posizione anche perché Martin è allergico ai
sorpassi e si incattivisce quando viene stimolato. Per lo spettacolo comunque il
mondiale incerto è il più bel biglietto da visita che il motociclismo può regalare agli
appassionati. E non importa se alla fine il titolo fuggirà lontano dall’Italia. Siamo
dotati pur sempre della casa (la Ducati appunto) che è l’assoluta dominatrice di
stagione. E dietro Bagnaia c’è una generazione di piloti emergenti anche se nelle
classi inferiori si palesa un modesto ricambio.
DANIELE POTO