hi-res-462545463-john-isner-of-the-united-states-plays-a-forehand-in-his_crop_northROMA-Si parla tanto, e giustamente, della next gen del tennis mondiale, vale a dire del ventenne  Alexander Zverev da Amburgo (Germania) e del ventitreenne Dominik Thiem da Wiener Neustadt (Austria), giunti con pieno merito nelle semifinali degli Internazionali d’Italia maschili dopo due vittorie importanti (il primo ha sconfitto il canadese Raonic, sesto del seeding, e il secondo addirittura ha spezzato la serie positiva di 17 vittorie consecutive del grande favorito Nadal); si parla meno invece del trentaduenne americano John Isner, un tipetto da NBA che, dall’alto dei suoi 208 centimetri, ha sparato sinora 93 aces (più di 8.000 in carriera che lo posizionano al 5° posto dei tutti i tempi) centrando una semifinale yankee che mancava dai tempi di Andy Roddick nel 2008. Contro un bombardiere del genere risulta davvero difficile giocare perché non mette in condizioni l’avversario di rispondere alle sue bordate di servizio, “ma nel torneo ho dimostrato di non avere solo la battuta”, si difende il gigante di Greensboro, Carolina del Nord. In effetti sinora il gigante ha giocato sette tie-break e ne ha vinti sei, uscendo vittorioso da maratone tennistiche non indifferenti: al primo turno contro il finalista di Montecarlo, lo spagnolo Ramos, al secondo turno contro il tedesco Mayer, e poi i due capolavori estromettendo dal torneo lo svizzero Wawrinka, 3 del torneo, ed il croato Cilic, numero 6 del seeding. Un cammino strepitoso e inaspettato, “non mi capiterà più spesso di arrivare in semifinale in un Masters 1000”, quindi la voglia di stupire ancora c’è eccome, nonostante le fatiche accumulate in settimana. E contro Zverev, terzo incontro sul centrale, serve un’altra impresa per approdare in finale, in una sorta di scontro generazionale con il tedescone. Che è un altro lungagnone e per questo è d’uopo ricordare che ai quarti, ben cinque giocatori su otto sono alti sopra la media: Isner 208 centimetri, Del Potro, Cilic e Zverev 198, Raonic 196. Tutto è riconducibile alla velocità di campi e palline, come dimostrato anche nei match del torneo femminile, il particolare quello tra Venus Williams e la spagnola Muguruza; non sembrava di assistere ad un match da terra rossa bensì quasi da indoor per quanto le contendenti cercavano e trovavano l’anticipo sulla pallina in un timing esasperato dettato appunto dalla superficie veloce camuffata da terra rossa. Alla fine ha vinto la spagnola, terza del seeding, che in semifinale affronterà l’ucraina Svitolina, 8 del torneo, capace di battere la sua bestia nera, la ceca Pliskova, 2 del seeding, con cui aveva perso cinque volte su cinque. Nella parte alta del tabellone femminile infine sembra favorita la romena Halep, fresca vincitrice del torneo di Madrid (striscia positiva di nove partite consecutive vinte) contro l’olandese Bertens, testa di serie numero 15.

Andrea Curti