Formazioni della vigilia confermate. Scontati i moduli tattici delle due squadre, 3-4-3 per l’Atalanta e 3-5-2 per la Lazio. Al pronti via di Orsato ci prova subito la Lazio con un’incursione di Immobile. Il tema tattico, almeno quello iniziale è: Lazio in contropiede ed Atalanta in difesa alcune volte scoperta. Al 4° minuto c’è un grave errore di Strakosha e Zapata non ne approfitta spedendo la palla di poco fuori dallo specchio della porta. Passa un minuto e c’è l’autogol di De Roon da un cross pericoloso di Lazzari. La Lazio gioca in scioltezza e fa girare il pallone troppe volte però con passaggi a Strakosha non in una grande giornata. La Lazio comunque e’ padrona del campo e del pallone che al 10° capita tra i piedi di Milinkovic pronto ad infilare la sfera, da fuori area, alle spalle del numero uno bergamasco. Uno a a zero e tutto sembra in discesa per i biancocelesti. Al 26esimo capita ad Immobile la grande occasione che spreca mandando il pallone di poco fuori. L’Atalanta inizia a scuotersi dal lungo torpore iniziale e tenta fiondate in avanti soprattutto con Zapata e Malinosky ai quali risponde ancora Immobile. La Lazio però e’ gia in riserva, appare evidente la mancanza d’ossigeno e la forza nelle gambe. Dal 34esimo, dopo l’ultimo tiro di Correa, si palesa una Lazio diversa, spenta, senza piu’ verve, coraggio e volontà. Il calo appare evidente e pericoloso e la prima avvisaglia arriva al 38esimo con il gol di Gosens da un cross di Zapata. Da segnalare che su Gosens che va in gol di testa c’è Lazzari delegato a coprire il cross alto: un’errore clamoroso ed imperdonabile, non foss’altro per la sostanziale differenza d’altezza. E intanto Caressa nella sua telecronaca continua a mandare tutti in “immersione” per sentire le voci dal di dentro, ma l’immersione evidentemente è rivolta alla Lazio che inizia ad ansimare per mancanza d’ossigeno. Ossigeno che non viene recuperato nella sosta tra il primo ed il secondo tempo che si apre infatti con due grandi occasioni di Malinosky e Djmsiti. Inzaghi corre subito ai ripari e cambia Correa con Caicedo e Cataldi(infortunato) con Parolo. Ma il ritmo e’ drammaticamente calato, la Lazio appare sulle gambe, una condizione che presta inevitabilmente il fianco all’avversario, lesto ad andare in gol stavolta con Malinosky pronto a silurare in porta beffando un’impreparato Strakosha. La Lazio è alle corde e Gasperini vuole naturalmente affondare il colpo su quello che rimane di biancoceleste e cambia così Gosens con Castagne e Zapata con Muriel: due giocatori freschi,  veloci e pericolosi in area di rigore. Inzaghi a sua volta cerca di tamponare l’emorragia laziale e manda in campo Lukaku al posto di un irriconoscibile Jony, Bastos al posto di Radu, Anderson al posto di uno spento Luis Alberto, mentre Gasperini toglie Malinosky e manda in campo Ilicic. Il “gerovital” bergamasco porta gli orobici vicinissimi al gol con Muriel stoppato da un salvataggio disperato di Acerbi. E’ il preludio al terzo gol dei nerazzurri, è il 79esimo e Palomino beffa uno Strakosha praticamente assente. Tre a due ed è ribaltone ben confezionato dall’Atalanta nei confronti di una Lazio smarrita ed inerme. Un ribaltone che era comunque nell’aria viste le condizioni in campo delle due squadre. Un ribaltone che poteva assumere contorni piu’ clamorosi se all’89esimo Strakosha non si fosse superato con una gran parata su Gomez assolutamente il migliore della partita. Quarto gol sventato poco prima del fischio finale di Orsato su una partita che lascia naturalmente una notevole delusione sull’intero fronte biancoceleste apparso notevolmente carente di carettere, di ossigeno e di alternative in panchina, quest’ultima sempre orfana, al netto dei 4 assenti titolari infortunati, di giocatori di livello per affrontare quest’ultima strana ed anormale parte di campionato.

MAURO CEDRONE