I campionati europei indoor mettono a fuoco la favola del carneade dello sprint
Ceccarelli. Un ragazzo di 23 anni. aspirante avvocato che nelle liste all time all’aperto
sui 100 figura oltre la piazza n. 5.000 e che, colto da improvviso benessere sportivo,
viene improvvisamente accreditato di una possibile medaglia sulla distanza breve
dei 60, al coperto. Un mezzo miracolo considerando che decimi in meno non
s’inventano da un giorno all’altro. E tanti ne ha tolti agli assoluti la razzente new
entry. Ceccarelli è messo persino irriverentemente davanti in sede di pronostico al
ben più titolato, pubblicizzato, sponsorizzato, Jacobs che, non dimentichiamolo è
bicampione olimpico oltre che re anche nella dimensione dei 60. L’atletica scopre un
personaggio venuto dal nulla che, risolti pesanti problemi fisici, sembra anche
stabilmente destinato a inserirsi nel quartetto della velocità che conta anche su
Tortu e Desalu. La Fidal ha largheggiato in sede di partecipazione dato che saranno
ben 47 gli azzurri a cimentarsi nell’Euroindoor di Istanbul, sede che non ha
rinunciato all’organizzazione nonostante comprensibili contrarietà legata al recente
terremoto. E pochi dei selezionati hanno aspirazione a salire sul podio. Ceccarelli su
tutti, Jacobs nondimeno, la triplista Derkach, forse il pesista Fabbri. La nostra stella,
l’altista Tamberi, ha rinunciato ma comunque ha fatto notizie perché da poche ore
ha annunciato l’identità del nuovo allenatore. Sarà Ciotti a sostituire il padre con il
quale ormai è stata sancita lì incompatibilità tecnica, se non proprio familiare.
L’atletica italiana dopo il boom dei Giochi Olimpici di Tokyo e la brusca regressione
del 2022 va a constatare il proprio valore continentale, collaudando soprattutto una
nuova generazione di mezzofondisti e saltatori. Conterà il numero dei finalisti più
che quello delle medaglie all’interno di una partecipazione folta e non sempre
competitiva.
DANIELE POTO