Shapovalov aveva tracciato la via maestra: per battere il Nadal di oggi (acciaccato e invecchiato, almeno a vedere le recenti peripezie dello spagnolo e l’età anagrafica delle quasi 36 primavere), ci vogliono variazioni di gioco continue e schemi da tergicristallo, al fine di sfiancarlo, di mandarlo ko fisicamente. Il problema è che Berrettini non ha nel suo arco tutte quelle frecce, il suo gioco ha troppo dislivello tra il gran diritto e il rovescio, un po’ in back ad una mano un po’ bimane piatto. Nadal infierisce sul punto debole del tennista romano e ci si accorge subito della differenza di palleggio; così i primi due set vanno lisci in favore di Nadal, sembrano uno la fotocopia dell’altro. Nel primo il break per lo spagnolo arriva al secondo gioco e l’iberico porta a spasso Berrettini per il campo; l’azzurro ha un sussulto nell’ultimo game della prima frazione, quando sul servizio Nadal recupera da 40-0 per lo spagnolo ma cede il set alla quarta opportunità per il suo avversario. Nella seconda frazione l’iberico scappa 4-0 con due break di vantaggio, e Berrettini perde rapidamente anche il secondo set 6/2. Insomma, in una ora e 25 minuti di gioco Nadal è già avanti 2-0, era già accaduto contro Shapovalov prima della rimonta del canadese. E in effetti Berrettini ha il merito di non darsi per vinto subito, e resta attaccato all’avversario sino all’ottavo game quando il romano azzecca due diritti folgoranti, un passante in corsa e un lungolinea killer, che gli aprono le porte del break decisivo per il terzo set che chiude in suo favore 6/3. Finalmente un po’ di equilibrio, tenere Nadal in campo il più possibile va bene. Ma non basta. Berrettini perde il treno del quinto set nel settimo e ottavo gioco della quarta frazione quando, pur trovandosi avanti 30-15, cade nella solita ragnatela di scambi dell’iberico (diagonale di diritto di Nadal, ovvero diritto Nadal contro rovescio Berrettini) e si fa fregare il set 6/3 dopo due ore e 55 minuti di gioco. Così in finale ci va Nadal, per la sesta volta in Australia, per la 29a volta in uno Slam, e il maiorchino punta dritto al 21mo Slam in carriera, che lo porterebbe al primo posto staccando a quota 20 Djokovic e Federer. Per Berrettini un buon torneo ma anche la conferma che è lontano dai primi cinque in classifica: li ha incontrati complessivamente 15 volte ma ha trionfato una sola volta, contro Zverev a Roma nel 2019. Troppo poco ancora per aspirare al trono n.4 di Panatta.

Andrea Curti,