di DANIELE POTO

Corre verso un disastro annunciato la nazionale di basket, in preparazione ai mondiali in Cina. Due severissime sconfitte contro Grecia (-20) e contro Serbia (-32) hanno fatto misurare al citì Sacchetti quanto sia vasto e irrecuperabile il gap con le migliori squadre europee, facendo svanire il clima di ottimismo in vista della ritrovata partecipazione a una manifestazione a cui gli azzurri mancano da ben 13 anni. Il prologo della disfatta nella “strana” rinuncia del lungo Melli che, proprio in concomitanza con la chiamata a raduno, ha pensato bene di farsi operare per una ripulitura del ginocchio. Non un intervento dovuto a un improvviso infortunio ma una libera e deliberata scelta per rispondere a settembre alla chiamata dei Pelicans statunitensi, disertando dunque il legittimo miraggio della partecipazione a un evento mai disputato in carriera. A questa rinuncia si aggiungono i tanti dubbi legati alla condizione fisica di Datome e Gallinari, mai a regime finora nelle amichevoli, alla scarsezza di centri validi, al taglio discutibile di giocatori come Tonut e Moraschini che sono le migliori e mature realtà espresse dal campionato. L’Italia attuale è vistosamente debole, priva di lunghi competitivi, affidata al due metri Bilgha che ha assaggiato tanta panchina nella militanza nella Reyer campione d’Italia. Va in campo l’Italia dei gregari, affidata quasi totalmente agli estri di un Belinelli che nel primo degli impegni seri ha sparacchiato senza mira da tre (0 su 8 dice tutto). A fronte di una pallavolo brillante il basket non risponde all’appello. La nazionale femminile ha disputato un campionato deludente e il suo allenatore Crespi è stato rapidamente fatto fuori. Ora i maschi che, secondo questo metro di rendimento, faranno fatica persino contro Filippine e Angola, per poi farsi buttare prevedibilmente fuori al secondo turno. La partecipazione all’Olimpiade di Tokyo appare quanto mai problematica. E la superfetazione di Belinelli che giudicava amaramente il confinamento all’undicesimo posto dell’Italia nel ranking mondiale appare tragicamente inattuale.  Trattasi di un’Italia residuale, di varie ed eventuali. Con un presidente (Petrucci) che dopo aver dipinto come dei fenomeni gli ex Pianigiani e Messina, non tarderà a disinnamorarsi anche di Sacchetti. Aspettare per credere.