ROMA-Nell’ascoltare Get Happy pensi subito a Benny Goodman, il clarinettista per eccellenza. Goodman era un musicista bianco, un’autentico bandleader, soprannominato dagli amanti dello Swing “The Professor”, “King of Swing” e “Patriarch of the Clarinet”, ma per tutti era “The Ray”. Benny era straordinario, sempre disponibile ma dal carattere terribile, severissimo nel lavoro soprattutto verso le cantanti. Si può affermare che Goodman abbia aperto l’era dello Swing. La sua era una Big Band con tre sax, tre trombe, due tromboni ed una sezione ritmica di quattro elementi. Memorabile il suo concerto del 16 gennaio 1938 alla Carnegie Hall di New York salutato dal grande critico di musica Bruce Eder con parole altisonanti: “Quello di Benny Goodman è stato il più importante concerto nella storia della musica jazz e della musica popolare, perchè ha consentito al jazz di uscire dai bassifondi e diventare rispettabile”. Grandi musicisti come Gene Krupa, Tom Waits, Lionel Hampton e Fletcher Henderson devono molto se non tutto a Benny Goodman: il mito dello Swing.
Mauro Cedrone
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