ROMA-Dopo Brian May (19-7-1947), Carlos Santana (20-7-1947). Entrambi settantaseienni con date di nascita vicinissime nel mese di luglio. Il 19 è stato il compleanno del chitarrista dei Queen(la sua Red Special è un monumento alle chitarre), il 20 quello di Carlos Santana(maestro del “bending”, la tecnica di prolungare i suoni per un tempo che pare infinito). Dunque straordinari esempi artistici di una generazione marcatamente musicale. Carlitos nasce in Messico ad Autlan de Navarro ai confini con la California. La musica è il pane quotidiano della famiglia Santana per via del papa’ virtuoso del violino Mariachi. Papà violinista e figlio praticamente già predisposto alla sei corde. Carlos inizia da piccolino a suonare la chitarra per arrivare nel tempo ad essere uno dei migliori chitarristi del mondo. Non a caso Rolling Stone lo ha inserito entro i 100 migliori in assoluto. Santana è stato il guru del SalsaRockBluesFusion, il maestro del LatinRock. Più di 100 milioni di dischi venduti. Memorabile la band composta da Jose’ Chepito Areas, Michael Shrieve, Mike Caraballo, Marcus Malone(straordinario percussionista perduto nelle tortuosità della droga e finito a fare il clochard ad Oakland in California) e Bob Livingston, insomma l’essenza del LatinRock esploso nella kermesse di Woodstock con Soul Sacrifice. La storia di Carlitos è costellata di successi ma anche di problemi legati alla droga e di cambiamenti religiosi. Una vita comunque trascorsa straordinariamente nei meandri della musica e del misticismo. Santana raggiunse la sintesi perfetta dell’esotico, appassionando gli hippies fine anni 60 ed inizio anni 70 ed anche gli integralisti del suono duro e corposo del rock. Tre anni fa ha voluto festeggiare il suo compleanno con un giorno d’anticipo nella Cavea dell’Auditorium Parco della Musica con un concerto di due ore regalato ai fan romani. Carlitos ha lasciato inevitabilmente il segno anche a Roma in una serata indimenticabile caratterizzata da una scaletta sublime dove spiccavano Soul Sacrifice, Europa, Black Magic Women e Oye Como Va, brani che hanno fatto la storia del sound raccontato da Santana fin dai tempi dell’esordio con il primo concerto al Fillmore West prima della memorabile esibizione a Woodstock nel 1969. Auguri.

Mauro Cedrone