Non tutte le sconfitte vengono per nuocere: aver perso con Bedene al primo turno, in un match certamente alla sua portata e con un tabellone che sino alla semifinale era praticamente spalancato, è stato meno cocente del previsto, considerando che a Rio de Janeiro è uscito al primo turno anche Fabio Fognini. Così lunedì Marco Cecchinato da Palermo, 26 anni, diventerà numero 1 d’Italia, il trentesimo della storia azzurra, e otterrà il suo best ranking (16 al mondo) scavalcando proprio il ligure che sinora sul rosso ha collezionato tre sconfitte su tre partite, tutte all’esordio dei tornei di Cordoba, Buenos Aires e appunto Rio, dove lo scorso anno si issò sino alle semifinali. Dodici mesi fa insomma Cecchinato era il quarto giocatore nazionale col pettorale numero 103 e sino a Montecarlo deve difendere solo i 138 punti conquistati in tre challenger: magari se in uno dei due Masters 1000 americani (Indian Wells o Miami, cemento outdoor) o nel Master 1000 proprio sul rosso di Montecarlo portasse altri punti in cascina, la sua classifica sarebbe addirittura migliore, potendo aspirare alla top-ten. Poi certo ci sarà da difendere, in ordine temporale, la vittoria a Budapest, la storica semifinale al Roland Garros, la semifinale sull’erba di Eastbourne e l’altra vittoria a Umago. Un passo alla volta: intanto il siciliano si gode la leadership italiana con vista quasi privilegiata sui primi 10 giocatori del mondo. In fin dei conti sognare non costa nulla. E gli innegabili grandi progressi del tennista palermitano lasciano presagire che l’ulteriore step da superare non è poi così lontano.

Andrea Curti