di CRISTIANO SACCHI

 

Albert Collins è stato ribattezzato in tanti modi, ma per chi ama il blues è “The Iceman”, non per il suo carattere, tutt’altro che freddo, ma per il suo glaciale e inconfondibile suono di chitarra.
Nasce a Leona il 1° ottobre 1932, immerso anima e corpo nel blues della sua terra, Collins si è fatto le ossa nella scena di Houston, Texas. Il suo primo amore, musicalmente parlando, erano stati il piano e l’organo, ma la leggenda vuole che uno degli elementi che hanno favorito la conversione di Albert alla chitarra sia stato il fatto che il suo prezioso organo elettrico gli fosse stato rubato. Ma come dice il proverbio: si chiude una porta e si apre un portone.
Appena maggiorenne, fonda i Rhythm Rockers e inizia a esibirsi nei club di Houston, negli stessi locali in cui muovono i passi anche “Gatemouth” Brown e Johnny Copeland. La strada per il successo però è lunga; Albert dovrà macinare concerti su concerti prima di poter fare il musicista a tempo pieno. Nel 1958 per una piccola casa discografica di Houston esce l’esordio a 45 giri, The Freeze. Negli anni ’60 quando non suona con le sue band Albert accompagna musicisti r&b e rock and roll, come Piney Brown, Big Mama Thornton e Little Richard. Nel 1962 incide in studio Frosty: è il suo pezzo della vita. Il 45 giri raggiunge la cifra stratosferica di un milione di copie. E’ la nascita definitiva di un suono, che rimarrà indelebile per tutta la sua carriera. Nel 1968 Bob “The Bear” Hite, il cantante dei Canned Heat, si mette sulle tracce di Collins, dando la prima e significativa svolta alla sua carriera: apre per gli Allman Brothers Band al Fillmore di San Francisco. Ma il disco della seconda svolta è proprio questo Ice Pickin’, uscito nel 1978 per la Alligator, è finalmente l’album in cui il musicista texano riesce a condensare tutta la sua portata innovativa, il suo ecclettismo, la sua fantasia e personalità.
Il disco si apre con la frizzante Honey Hush!, un blues che strizza felicemente l’occhio al funk, si prosegue con When the Welfare Turns Its Back On You, slow blues dai toni drammatici dove il sax e la chitarra si mettono ampiamente in evidenza. Ice Pick è la canzone manifesto del suo sound, unico, originale, eterno, dove Albert duetta con i fiati della sezione ritmica. Cold, Cold Feeling, chiude il lato A: rende palpabile la sensazione di ghiaccio intorno al cuore.
Il lato B si apre con Too Tired, un blues & roll dal sound di chitarra che farà da apripista a gente come Stevie Ray Vaughan, giusto per citarne uno a caso. Master Charge è un simpatico blues con venature funky, mentre Conversation with Collins ci riporta allo slow blues di un tempo: drammatico e lacerante. Avalanche, chiude il disco, ed è un vero scossone finale, un altro blues & roll indiavolato e fumante. Altrochè Iceman!
“Suonare la musica semplice è la cosa più difficile. E il blues è una musica semplice…”. (Albert Collins)
La parte finale della frase completatela voi…non è poi così difficile.