La telenovela Djokovic si fa intrigante. Ieri il colpo di scena annunciato dagli avvocati: pare che il serbo abbia contratto il coronavirus lo scorso 16 dicembre e per questo abbia chiesto (e ottenuto dagli organizzatori degli Australian Open) l’esenzione vaccinale. Peraltro lo stesso giorno il numero 1 del mondo avrebbe presieduto all’emissione in suo onore di francobolli postali dello Stato serbo, manifestazione coperta da Instagram il giorno dopo, il 17 dicembre. Come al solito non ci si capisce niente e neppure il giocatore fa mai chiarezza sugli eventi che si susseguono. Fatto sta che la presunta detenzione del serbo nel Park Hotel degli “appestati immigrati” di Melbourne e dintorni sta causando un incidente diplomatico tra il governo serbo, che vede nel giocatore il culto dello sportivo da amare e ammirare in ogni suo atteggiamento, e il governo australiano che, molto semplicemente, ha affermato che il tennista è libero di lasciare il paese quando vuole. Nel frattempo in Serbia a Belgrado c’è stata una manifestazione in favore del suo “rilascio”, a capo della quale si sono schierati i genitori, col padre che ha affermato come il figlio fosse il nuovo Gesù sulla croce. Poi sono spuntate voci circa la sporcizia e il mangiare poco edificante dell’albergo, oltre al fatto che Djokovic pare aver richiesto di spostarsi in altra residenza per comunque continuare ad allenarsi. Richiesta ovviamente bocciata. Anche i ricchi piangono? Vedremo lunedì quando ci sarà la sentenza sul ricorso effettuato dagli avvocati del giocatore. Certo è che Djokovic rischia tantissimo se non tutta la sua carriera. Innanzitutto se il ricorso verrà respinto è probabile che subisca una espulsione dall’Australia per 3 anni consecutivi, il che vuol dire addio al Grande Slam (peraltro dei 20 Slam vinti, 9 provengono da Melbourne). C’è anche la considerazione economica da non sottovalutare: non vaccinarsi potrebbe costargli 50 milioni circa di dollari di sponsor che vanno in fumo, non proprio spiccioli. E poi, se il russo Medvedev arrivasse in fondo al torneo australiano, Djokovic potrebbe anche perdere lo scettro di numero 1 del mondo. Con chissà quale futuro, visto che sempre più leggi nazionali prevedono la vaccinazione per chi entra nei confini geografici. E gli altri giocatori? Cosa dicono? L’Indipendent ha scritto che ci sarebbero altri tre tennisti nella posizione del serbo senza ovviamente fare nomi e cognomi. Nadal, sull’argomento, è stato molto esplicito: “Lui (Djokovic, ndr) ha fatto una libera scelta ma non vaccinandosi sapeva di andare incontro a problemi, ed è normale che gli australiani siano infastiditi”. Intanto, dopo Thiem, Federer, Pella, Raonic, Wawrinka e Sandgren, gli Australian Open perdono anche il giapponese Nishikori, alle prese con i solito problemi all’anca. Così il cut-off del tabellone principale è al n. 114 del tedesco Kohlshreiber.

Andrea Curti