Aretha Franklin è morta nella sua casa di Detroit, a 76 anni, a causa di un cancro al pancreas che le era stato diagnosticato nel 2010. La cantante, anche attivista per i diritti civili, si è spenta circondata dall’affetto dei suoi familiari: “È con profonda tristezza che annunciamo la morte di Aretha Louise Franklin, la regina del soul”, recita il comunicato della famiglia. La notizia ha sconvolto il mondo della musica e non solo L’addio alla LEGGENDA, alla più grande voce del Novecento. THE QUEEN OF SOUL è sempre stato un suo secondo nome. .Soul Music, si è detto, ovvero qualcosa che ha più a che vedere con l’anima e con il cuore che non con uno stile, e Aretha era la regina del soul. In ogni sua nota c’era la sua anima, in ogni sua canzone la sua vita: lo aveva imparato da Ray Charles, lo aveva visto fare da Otis Redding, ma lei, a differenza dei primi due, aveva valicato un confine, aveva portato la musica nera, definitivamente, nella cultura popolare americana e, ovviamente, del mondo intero. E nessuno avrebbe più potuto tornare indietro.

Aretha ha avuto una diagnosi di cancro nel 2010, ma si è sempre rifiutata di fornire dettagli. Il peggioramento delle sue condizioni di salute l’aveva costretta a cancellare una serie di concerti nel 2017 e sempre l’anno scorso aveva annunciato il suo ritiro dalle scene, sottolineando che avrebbe tuttavia continuato ad incidere. La sua ultima esibizione è stata lo scorso novembre a New York al gala della fondazione di Elton John per la lotta all’Aids. Il suo ultimo concerto, invece, nel giugno del 2017 quando tra l’emozione generale salutò il pubblico dicendo «per favore tenetemi presente nelle vostre preghiere».

Nata a Memphis, in Tennessee, il 25 marzo del 1942, figlia di un pastore battista e di una pianista e vocalist, la Franklin iniziò a cantare da piccolissima durante le funzioni religiose. Quando aveva poco più di quattro anni, la famiglia si trasferì a Detroit e a soli dieci anni, poco dopo la morte della madre, Aretha cominciò a cantare come solista nella chiesa ‘New Bethel’ dove il padre era pastore. Quattro anni dopo il padre cominciò a portarla in giro con lui, dandole la possibilità di esibirsi durante i suoi sermoni. Il primo contratto discografico risale al 1956 con la J.V.B. Records, e il suo primo album fu ‘Songs of Faith’. Nel frattempo aveva avuto anche due gravidanze precoci, una a 14 anni e l’altra a 16. La vera e propria scalata alle classifiche iniziò negli anni ’60 con l’etichetta Columbia. Nel 1967 arrivò il singolo ‘(You Make Me Feel Like) a Natural Woman’ con la casa discografica ‘Atlantic’, nello stesso anno ‘Respect’ e l’anno successivo ‘Think’.

Durante la sua carriera ha vinto 18 Grammy e ha venduto oltre 75 milioni di dischi nel mondo. Nel 1987 entrò come prima donna nella Rock and Roll Hall of Fame, ai Grammy del 1998 sostituì Luciano Pavarotti colpito da un malessere e improvvisò in 20 minuti un’interpretazione del Nessun dorma in tonalità originale e cantando la prima strofa in italiano. La performance è considerata una delle più grandi esibizioni di sempre ai Grammy. Da sempre democratica, la Franklin ha cantato a Washington alla cerimonia di insediamento di Barack Obama, mentre il 29 dicembre 2015 si è esibita con il suo successo ‘(You Make Me Feel Like) A Natural Woman’ durante la cerimonia per il conferimento dei Kennedy Center Honors, commuovendo il primo presidente afroamericano d’America.

ANNIE LENNOX L’HA VOLUTA RICORDARE COSI’

“As the One and Only ‘Queen of Soul’ Aretha Franklin was simply peerless. She has reigned supreme. and will always be held in the highest firmament of stars as the most exceptional vocalist, performer and recording artist the world has ever been privilege”.

REDAZIONE