La Lazio incassa due gol al Pizjuan ed esce dall’Europa League. Le reti portano al firma nel primo tempo di Ben Yedder e nel secondo tempo di Sanabria. Tra andata e ritorno la Lazio deve contare tre gol che in fondo non è altro che la differenza che c’è tra le due squadre. Troppo più forte il Siviglia nonostante le 2/3 occasioni avute dalla Lazio soprattutto nel secondo tempo. Il match di ritorno avrebbe potuto prendere una piega diversa se l’arbitro avesse concesso il rigore ai biancocelesti ai danni di Lulic atterrato in area. Ma un’episodio seppur clamoroso non può giustificare la netta differenza tra le due squadre. La Lazio lascia l’Europa con qualche rammarico e tanta rabbia per non aver ribaltato il risultato dell’andata appannaggio di un Siviglia più forte perchè più veloce e spietato nei suoi elementi. Ora, accantonata l’Europa tutti gli sforzi dovranno essere profusi nel campionato e nella coppa Italia per non ricordare questa stagione come un fallimento, stagione che poteva essere raddrizzata proprio a Siviglia. Nel catino del Pzjoun Inzaghi propone Cataldi al fianco di Badelj e non Leiva mentre in attacco da fiducia alla coppia Caicedo-Immobile con Correa in panchina. Nell’undici anche Milinkovic. Il Siviglia invece deve fare a meno dello squalificato Banega ma il fronte offensivo è di tutto rispetto con Jesus Navas, Ben Yedder ed Andrè Silva. Già dai primi minuti gli spagnoli fanno della velocità la loro arma migliore soprattutto in attacco. Al quarto minuto Escudero deve uscire per una contrattura-stiramento provocato da un’allungo. Al suo posto Promis più veloce e spina del fianco sinistro dove staziona Patric. La prima occasione vera della partita la confeziona al 16esimo la Lazio con Lulic che viene atterrato in area: rigore netto non rilevato dall’arbitro Taylor. Occasione clamorosa che avrebbe probabilmente cambiato il match che cambia invece a favore del Siviglia al 19esimo per gli effetti di un’incursione del tutto campo Sanabria che “silura” in porta e trova Strakosha non pronto a bloccare la sfera che rotola sui piedi del cecchino dell’andata Ben Yedder lesto a mettere la palla in rete. Il gol del Siviglia non è altro che il sunto del sistema di gioco veloce degli spagnoli e gli errori in difesa dei biancocelesti. Il secondo tempo si apre con un cambio al secondo minuto. Inzaghi corre ai ripari e manda in campo Correa al posto dell’impalpabile Patric che non va in panchina ma direttamente negli spogliatoi evidentemente infastidito dal cambio. Con tre attaccanti la Lazio punta naturalmente a pareggiare i conti per poi tentare il due a uno che gli permetterebbe di passare il turno. Marusic si abbassa sulla linea difensiva mentre Lulic fa il pendono tra difesa e centrocampo. Al 53esimo ed al 54esimo un’occasione per parte ma il risultato resta invariato. Risultato che potrebbe essere cambiato dalla grande occasione di Acerbi che solo davanti al portiere gli tira addosso. E’ la migliore occcasione per la Lazio che sfortunatamente non si concretizza. Al60esimo c’è l’espulsione di Vasquesz. Il Siviglia in 10 appare più debole ma la Lazio non ne approfitta nonostante la superiorità numerica. Al 62esimo ci prova Romulo subentrato a Milinkovic. Un minuto dopo Andrè Silva lascia il posto as Amadou. Al 68esimo l’altra grande occasione per la Lazio che fa tremare i tifosi lusitani con il pallonetto di Immobile finito dietro la traversa. La Lazio ci crede ma al 70esimo l’arbitro Taylor sventola il cartellino rosso sotto il naso dell’incredulo Marusic reo di un’intervento poco corretto nei confronti di un’avversario. Inzaghi cambia Badelj con Durmisi ovviamente più fresco e più veloce. Dieci contro dieci la Lazio lascia i tre attaccanti in campo per tentare il tutto per tutto ma è il Siviglia ad andare in gol. E’ Sanabria che dopo uno scambio veloce con Navas pronto a saltare facilmente Durmisi mette la palla alle spalle di Strakosha, E’ il 77esimo e li s’infrangono tutti i sogni e le speranze della Lazio che vede sfumare ancora una volta la possibilità di andare avanti in Europa. Vince così il Siviglia più cinico e più forte contro una Lazio più debole dell’avversario che sembra avere tutti i connotati per vincere questa Europa League.

MAURO CEDRONE