Peter Tosh nasceva il 19 ottobre del 1944 ma il ricordo va immediatamente a quel drammatico giorno, giorno in cui Peter Tosh fu ucciso, era l’undici settembre.
L’11 settembre è tristemente ricordato, dal 2001, per l’attacco terroristico a New York che portò allo schianto di diversi aerei sulle Torri Gemelle. Nel reggae però questa data viene ricordata sin dal 1987 a causa di un altrettanto triste avvenimento.
Era un venerdì e il mondo intero apprendeva la notizia dell’assassinio di Peter Tosh, uno dei pionieri del reggae che, insieme a Bob Marley e Bunny Wailer, aveva fondato gli Wailers. Non era un periodo positivo per il cantante classe 1944 che stava cercando di rilanciarsi musicalmente. Nel mese di agosto aveva pubblicato il suo nuovo album No Nuclear War a cui sarebbe dovuto seguire un tour negli Stati Uniti ma i soldi non c’erano. A causa anche del suo carattere scontroso e al fatto che la sua compagna, Marlene Brown, non fosse vista di buon occhio dagli altri musicisti (si diceva che praticasse l’obeah, un tipo di magia giamaicana), Peter venne un pò isolato ma nessuno avrebbe mai pensato a quello che da li a poco sarebbe successo.
L’11 settembre, di mattina, Dennis “Leppo” Lobban, amico di Peter Tosh sin dagli anni settanta, si recò a casa del cantante lamentandosi di non aver ricevuto alcuni regali che gli erano stati promessi. Va detto che Lobann, come riporta anche Timothy White nel libro Catch A Fire, più che un amico era un personaggio che viveva da anni scroccando soldi e favori a Tosh. Quel giorno però non trovò quello che voleva e venne cacciato da Marlene (Peter non era in casa). La sera stessa, poco dopo il tramonto, il clan di Tosh vide tornare Lobban accompagnato da due uomini: intuirono subito che c’era qualcosa che non andava. I tre entrano in casa e intimarono ai presenti di consegnare tutto il denaro: subito dopo, Lonnan, lasciò partire un colpo verso Marlene che cadde a terra sanguinante fingendosi morta. Questa sua mossa le consentì di salvarsi la vita. Non andò bene invece a Peter Tosh: Lobban si diresse verso il cantante, gli strappo la catena d’oro che portava al collo e sferrò un colpo con l’impugnatura della pistola. Tosh, che era esperto di karatè, non ebbe la stessa intuizione della compagna e reagì, difendendosi dal colpo e sferrando a sua volta un pugno. Lobban infastidito non ci pensò due volte e con la sua Browning automatica da nove millimetri sparò un colpo in fronte a Tosh che non ebbe scampo. Morì durante il trasporto in ospedale. Nella sparatoria morirono anche DJ Jeff Free I Dixon e Wilton Doc Brown. Lobban venne fermato poco dopo dalla polizia: in seguito al processo venne riconosciuto colpevole e condannato alla pena di morte. La giuria prese tale decisione in soli cinque minuti. Lobban si è sempre dichiarato innocente, dicendo che quella sera era a bere con gli amici.
Finì così la vita, a soli 43 anni, di uno dei più grandi artisti che il reggae abbia mai conosciuto. Di colui che era stato indicato come l’unico in grande di portare avanti l’eredità musicale lasciata da Bob Marley. Un cancro ci ha portato via il re del reggae, un folle ci ha negato la gioia di avere ancora con noi il dottore del reggae.
FONTE EVENTIREGGAE.IT
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