ROMA – Il mese di novembre da poco passato, ci ha riportato indietro con la mente, lì dove il mondo era in
fermento, con la sua utopica voglia di cambiamento. Tra scontri di piazza, rivoluzione sessuale,
rivolta generazionale, rinnovamento culturale, c’è una gran voglia oggi, di addossare al ’68, tutte le
colpe e i problemi di quello che è venuto dopo. Che sia vero o no, oggi di contro, facciamo i conti
con la totale anestetizzazione delle menti dei giovani del nuovo secolo, che ben si sposa con
l’intuizione di Bertolucci, che già a suo tempo aveva intuito che tutto quel fermento non avrebbe
portato da nessuna parte, cosi i Beatles dal “canto” loro, con il brano Revolution, profeticamente
cantavano :”but if you go carrying pictures of chairman Mao, you ain’t gonna make it with anyone
anyhow – ma se ne vai in giro portando i ritratti del presidente Mao, non ce la farai con nessuno in
nessun modo”.
Se sul piano politico e sociale si otterrà un enorme fallimento, sul piano artistico-musicale,ma non
solo, si avrà una vera rivoluzione.
I Beatles si lasciano alle spalle il Sgt. Pepper e il ’67 con i suoi colori e la sua Summer of Love, per
dare alle stampe nel novembre del ’68 il White Album.
Il cambiamento è radicale, la band ormai ha completato il suo percorso di maturazione e le loro
personalità “esplodono” definitivamente come una bomba, e vanno in varie direzioni. Il doppio
Album Bianco è un contenitore di vari generi musicali, che vanno dal progressive rock (Happiness
ia s warm gun), alla vaudeville music (Honey Pie), al proto punk (Helter Skelter), al soft-country
(Rocky Raccoon),alla musica concreta (Revolution 9).
Il White Album, ancora ispira, illumina la strada a molti menestrelli moderni, e chissà ancora per
quanto tempo verrà saccheggiato, omaggiato, osannato e ascoltato.
Quello che impressiona è la facilità del quartetto di Liverpool, di muoversi attraverso vari generi,
riuscendo ad essere sempre semplici e geniali. I Beatles non approfondiscono nessun genere
musicale, loro sono solo rock, ma suggeriscono, accendono la curiosità, lasciano agli altri la voglia
di immergersi in un qualcosa che loro hanno solamente intuito. I Beatles non hanno tempo, vanno
troppo veloci, è come se seguissero dall’alto lo sviluppo del loro lavoro e dei loro “discepoli”.
Insomma ascoltate il White Album, memorizzatelo e fatelo vostro, e vedrete che non vi
abbandonerà mai.

CRISTIANO SACCHI