ROMA- Il 24 giugno 1999 non è la data di nascita di una grande star dello spettacolo o della musica. E nemmeno il giorno di un grande concerto in Italia, in Europa o in America. Il 24 giugno 1999 in realtà è una data importante legata ad uno dei più grandi chitarristi che il rock ed il blues elettrico ci abbiano potuto regalare. Dunque non si tratta di un suo mega concerto ma il giorno dell’asta dove venne battuta una chitarra e tante altre chitarre. La chitarra in questione è quella di ERIC CLAPTON. La chitarra con cui Slowhand scrisse Layla. Eric non voleva far soldi, non ne aveva alcun bisogno. Clepton voleva solo donare al Crossroads Center di Antigua che aveva creato nel 1998 tutti i proventi dell’asta per curare la dipendenza da alcool e droghe. La “Layla” alla fine se l’aggiudica un ricco fan disposto a sborsare l’astronomica cifra di 497.500 dollari. Cinque anni dopo Clapton si supera ed organizza dal 4 al 6 giugno a Dallas una “tre giorni” di Blues memorabile con un cast d’eccezione nel quale spiccano nomi del calibro di Bo Diddley, Pat Metheny, Jeff Beck, Santana, Robert Cray, James Taylor, John McLaughlin e tre nomi superlativi come B.B. King, ZZ Top e J.J Cale. Il tutto preparato in un’intero padiglione del Crossroads Festival dedicato alle chitarre di Eric Clapton, Pete Townshend e Jimmie Vaughan battute dalla casa d’aste Christie’s. Tutti gli strumenti presenti nel grande padiglione del Crossroads vengono venduti, raggiungendo la straordinaria cifra di 7.438.624 dollari somma interamente devoluta al Crossroads Center di Antigua. Un modo semplice ma molto impegnativo e gratificante per aiutare chi era entrato nel tunnel delle droghe e dell’alcool perchè Eric Slowhand Clapton sapeva e conosceva assolutamente certi drammi. Eric sapeva perfettamente che era decisamente più facile e meno doloroso ricomprare  una chitarra rispetto al “costo” della propria salute.

MAURO CEDRONE