By / 14 Maggio 2023

Il mio 14 maggio 2000 nella “pancia” dello stadio Olimpico con la Lazio Campione d’Italia tra ansia e felicità!

di MAURO CEDRONE 14 maggio 2000: un giorno indimenticabile. Quel 14 maggio non potro’ mai dimenticarlo perche’ ero nella pancia…

di MAURO CEDRONE

14 maggio 2000: un giorno indimenticabile. Quel 14 maggio non potro’ mai dimenticarlo perche’ ero nella pancia dell’Olimpico, precisamente nei sottoscala della curva sud, all’interno degli studi della TV a circuito chiuso dello stadio, per il solito appuntamento domenicale del prepartita della Lazio in casa. Una sorta di “television entertainment” in diretta sui megascreen dell’Olimpico in attesa del fischio d’inizio delle gare. Quel magico anno lavoravo li, nei meandri dell’Olimpico ed insieme ad una collega molto brava (veniva da Rai International) conducevo una trasmissione domenicale d’intrattenimento, prima del fischio d’inizio delle gare della Lazio e della Roma. Classici e scontati i contenuti di quelle 2 ore in diretta: interviste pre e post partita ed intermezzo in tribuna stampa per i commenti a caldo dei colleghi giornalisti, compresi i risultati e le classifiche al termine della gara. Quel giorno, quel 14 maggio del 2000 ero teso, preoccupato, ansioso perche’ quell’evento doveva essere “doppiato” in contemporanea con lo stadio umbro dove la Juventus si stava giocando lo scudetto contro il Perugia. Dunque Renato Curi e Olimpico in una epica sfida a distanza per l’assegnazione del tricolore da tenere sul petto per l’intera stagione successiva. Nonostante i 3 gol biancocelesti rifilati alla Reggina, c’era apprensione anzi paura perche‘ il risultato al Curi non dava cenni di cambiamento, ed al Curi pioveva a dirotto al limite del nubifragio. Insomma un’inferno d’acqua pazzasco sullo stadio perugino con il suo manto erboso trasformato in una enorme piscina. Alla Juve del resto bastava un pareggio per vincere lo scudetto, una possibilita’ che stava pian piano evaporando per colpa del gol di Calori. Il nubifragio però  costringe l’arbitro Collina a sospendere l’incontro in attesa di una tregua da parte del maltempo. Lo stop coinvolge naturalmente l’Olimpico con i sessantacinque mila tifosi sugli spalti anche loro in attesa spasmodica di notizie da Perugia, mentre giu’ in regia nella pancia dell’Olimpico c’è il panico per l’assenza di immagini dal Curi aumentando cosi lo stress negli studi televisivi dello stadio romano. Gestire una trasmissione senza far vedere qualcosa sui megasceen diventa impresa titanica e allora mi viene un’idea semplice, banale e scontata: perche’ non mandare in diretta-radio “in tutto il calcio minuto per minuto” tutto quello che stava accadendo nello stadio perigino?. Salgo velocemente in tribuna a cercare il direttore della TV, lo rintraccio e gli propongo di mandare sui megascreen ovviamente la radiocronica con la sola voce di Riccardo Cucchi, straordinario e sublime nel raccontare storie di calcio come in quel caso per quanto stava accadendo nel match tra Perugia e Juventus. Niente da fare, impossibile, tecnicamente impossibile mi viene ripetuto piu’ volte….ma io non ci credo. La discussione è fine a se stessa anche con toni accesi che non generano ripensamenti ed allora obtortocollo i 65 mila dell’Olimpico devono accontentarsi delle radioline. Ci resto male, molto male ed ovviamente mugugnando torno giu’ in regia sotto la cuva sud. Mentre scendo le scalette per raggiungere gli studi, sento “l’esplosione” dell’Olimpico perche’ a Perugia Collina fischia la fine, ed e’ la fine di un’incubo, la fine della preoccupazione e la fine del continuo batticuore perche’ la squadra umbra beffardamente batte la Juventus per effetto del gol di Calori con i bianconeri costretti a cedere così il passi tricolore ai biancocelesti di Eriksson e Cragnotti. Quel:”Sono le 18.04, la Lazio e’ campione d’Italia” ancora risuona forte nella mia mente ma resta sempre il rammarico per quel diktat del direttore…..che credo fosse della Roma!!! .

 


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