di DANIELE POTO

 

VAR o non VAR? Il periodo del rodaggio e delle scuse per la maggiore innovazione tecnologica del calcio negli ultimi tempi sembra esaurito e da quello che risulta l’innovazione non è stata messa pacificamente a regime. Anzi, semmai ha complicato la gestione di una gara dando vita a un’infinità di polemiche in un momento in cui la temperatura del campionato di calcio è già bollente con parecchi presidenti che hanno indossato l’elmetto adducendo la solita formula retorica (“Voglio maggior rispetto per la mia squadra”). Di chi la colpa per il mancato assorbimento della novità? Sarebbe facile dare la colpa al sistema ma c’è un responsabile più problematico e individuabile ovvero la classe arbitrale. L’introduzione della novità ha destabilizzato un sistema di giudizio che posava sull’indiscussa infallibilità del direttore di gara. Ora questa responsabilità è incrinata e mostra di non funzionare la discrezionalità della richiesta dell’intervento supplementare. I calciatori sono giocatori ma anche attori, simulatori, contestatori e sappiamo quanto sia difficile veicolare il traffico in un match dal considerevole risvolto economico. Nel basket, nel rugby o nella pallavolo l’utilizzo del replay (attraverso varie forme e regolamenti) sembra funzionare senza quella contestazione rituale a cui si assiste nel calcio. Ma il manico, la regia spetta agli arbitri e dunque ad essi anche la responsabilità (si spera illuminata) nel decidere e nel valutare. Questo metro unico di ragionevolezza è mancato. Un po’ come per la valutazione (davvero oggi molto arbitraria) del fallo di mano. Si voleva non distinguere più tra volontarietà e involontarietà ma il giudizio umano conta e la classe arbitrale non sembra uniformarsi a questa ratio decisa dall’alto. Il tempo sta scadendo per la completa assimilazione del VAR. A meno che non si voglia trasformare il campionato di calcio in una polveriera che può esplodere da un momento all’altro. I vecchi moviolisti oggi si sono trasformati in esperti di VAR. Una mutazione antropologica dalle considerevoli conseguenze.