Uscire indenni dalla giungla delle qualificazioni, quest’anno comprendente tre partite da vincere di fila, è stata una bella impresa, da uomini veri: i Tarzan di turno sono il palermitano Cecchinato e il diciottenne toscano Musetti,  giocoforza accomunati dal destino di un incredibile 2018 che li ha visti il primo semifinalista al Roland Garros (e salire sino al numero 16 del mondo) e il secondo affermarsi nel torneo juniores dello Slam australiano. Il “Ceck” aveva fittato il campo per un’ora contro lo slovacco Kovalik e non ha pagato extra, lasciando solo tre giochi al malcapitato avversario, con cui aveva perso negli ultimi tre incontri. Nel tabellone principale se la vedrà con l’inglese Edmund, un vero picchiatore con i fondamentali, l’unico ad aver impensierito Djokovic nel 2020. E’ ancora presto per dire se il palermitano è fuori dalla lunga crisi di risultati avuta nell’ultimo anno e mezzo, di certo la strada intrapresa con il guru Sartori è quella giusta. Di certo il tennis nostrano deve molto a Cecchinato, issatosi al numero 16 della classifica, stimolando la voglia di arrivare di tanti altri ragazzi (Caruso, Gaio, Marcora, Viola, ecc.) che bazzicano il circuito minore dei challenger. Ha messo il muso, pardon il Musetti nel torneo principale anche Lorenzo da Carrara, altro predestinato. che era sotto 1-3 nel terzo set contro il suo amico Zeppieri, il mancino della Pontina, prima di reagire conquistando cinque giochi consecutivi e il pass per sfidare quella “vecchia” volpe di Wawrinka, versione in love with Garbine Muguruza. Il ragazzino è sfavorito ma il tennis ci ha insegnato che nulla è impossibile. Già verdetti di primi turni. Fuori Mager perché troppo forte il bulgaro Dimitrov, bene la Paolini che ha regolato ciò che resta della Sevastova

Intanto si sono susseguite le conferenze stampa dei big. Fognini: “Non sono al 100%, voglio sfruttare al meglio la fase finale del 2020 per rimettermi in carreggiata e preparare a dovere la prossima stagione”. Traduzione, Roma mi serve come preparazione per Parigi e per il prosieguo dei tornei. Djokovic, che sorpasserà Sampras al secondo posto per numero di settimane al numero 1 del mondo ATP (dal 1973) il prossimo 21 settembre, il giorno della finale degli Internazionali: “Lui era il mio idolo da piccolo. Battere il suo record è speciale. L’ho sempre ammirato, volevo essere mentalmente forte come lui soprattutto nei grandi tornei. Era uno dei giocatori più duri e più composti nella storia del gioco. Due dei miei più grandi obiettivi, l’ho già detto, sono: battere il record di Federer e vincere più Slam possibile”. Mentre il serbo si è detto shoccato (e pentito) dalla squalifica agli Us Open, ai microfoni è arrivato anche Nadal, che al Foro cerca il decimo sigillo in carriera: “Roma è sempre entusiasmante. E’ come sempre uno degli eventi più importanti del tour: eppure non sarà la stessa cosa senza il pubblico, vivendo nella ‘bolla’ e senza godersi almeno un po’ la città. Ad ogni modo ora c’è un torneo ed è questo ciò che conta”.

ANDREA CURTI