ll trentacinquenne numero otto aquilano, Sergio Parisse, dal 2002 nel gruppo azzurro e dal 2007 capitano dell’Italrugby, 138 caps (presenze) con la maglia della Nazionale, si è concesso un periodo di riposo con la propria famiglia al termine della stagione che lo ha visto dividersi, come sempre, tra il palcoscenico internazionale e il massimo campionato francese. Discussi e definiti carichi di lavoro e periodi di riposo con lo staff guidato da Conor O’Shea, Parisse si è unito domenica 7 luglio al gruppo di quarantadue atleti che ha iniziato la terza fase di preparazione alla Rugby World Cup di settembre in Giappone. Nel mentre, un cambiamento importante: da Parigi e dal rosa dello Stade Francais difeso negli ultimi quattordici anni – con due Scudi di Brenno e una Challenge Cup – è arrivato il trasferimento in rossonero, a Tolone, una delle piazze più calde e appassionate del TOP14. Ma, a Pergine Valsugana, per Parisse c’è spazio solo per parlare di Nazionale e della quinta Coppa del Mondo da giocare, con la stessa ambizione e la stessa fiducia che hanno contraddistinto una delle più longeve carriere internazionali nella storia del Gioco: “Ritrovo un gruppo con tante certezze, con la consapevolezza dei traguardi che ci siamo posti e con l’attitudine corretta per cercare di raggiungere l’obiettivo che ci siamo dati: fare la storia e qualificarci ai quarti di finale della Rugby World Cup” spiega Parisse. “Ho grande fiducia nel lavoro che è stato impostato da Conor e dallo staff, avendo già svolto quattro preparazioni mondiali credo che la scelta di dividere la preparazione tra momenti di raduno e preparazione nei Club e nelle franchigie di Guinness PRO14 non possa che pagare, soprattutto per non rendere l’avvicinamento ai Mondiali troppo stressante dal punto di vista mentale. Ci aspettano quattro test-match estivi prima di volare in Giappone e ci sarà l’occasione per testare tutti sul campo prima della scelta definitiva dei trentuno convocati, ma sono certo che arriveremo in Giappone estremamente carichi mentalmente e ottimamente preparati dal punto di vista fisico” ha commentato il capitano azzurro, che poi ha chiosato: “La cosa entusiasmante di rientrare in gruppo è la grande energia che circonda la squadra, unita alla volontà di voler centrare i quarti di finale e alla consapevolezza di avere i mezzi per riuscirvi. Sappiamo che non è facile, perché Nuova Zelanda e Sudafrica sono due grandi squadre e dobbiamo il necessario rispetto a Namibia e Canada, che affronteremo nel volgere di appena quattro giorni, un aspetto che imporrà il necessario turnover per vincere le prime due gare per poi andare a giocarci le nostre chance di qualificazione contro il Sudafrica”.

La Redazione